Pil, l'Istat rivede a ribasso le stime di crescita dell’Italia

Secondo l'Istituto di statistica peggiora il rapporto Deficit/Pil che nel 2018 è arrivato al 2,2%

Pil, l'Istat rivede a ribasso le stime di crescita dell’Italia

Segnali negativi per l'economia italiana, sia sul versante della crescita del Pil sia su quello del debito pubblico. L'Istat, difatti, ha rivisto al ribasso le stime di crescita del nostro Paese per il 2018, che passano dal precedente +0,9% allo 0,8%, con la perdita, dunque, di uno 0,1 di punto percentuale.

Si tratta di un significativo rallentamento dell'economia, con un tasso di variazione del prodotto interno lordo a fronte di un incremento dell'1,7% registrato nel 2017. Cresce, inoltre, il Deficit italiano e, dunque, l'indebitamente netto della Amministrazioni pubbliche italiane che si attesta, per il 2018, al 2,2%, con un leggero miglioramento rispetto al 2017 (dove il dato arrivava al 2,4%) ma con una revisione in peggioramento di 0,2 punti rispetto alla stima pubblicata ad aprile. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi), invece, è pari al +1,5% del Pil.

Piccoli segnali positivi sul versante dei consumi, dove, secondo l'Istituto di statistica, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2018 una crescita dell’1,8% in valore nominale e dello 0,9% in termini di potere d’acquisto; ciò è dovuto, secondo l'Istat, all'aumento del valore dei consumi privati dell'1,7%. Rimane stabile, infine, la propensione al risparmio delle famiglie che passa dall'8% all'8,1%.

Preoccupazione espressa da Massimilano Dona, presidente dell'Unione nazionale Consumatori, che in una nota dichiara: "Di male in peggio. Cala il Pil e si aggrava il rapporto deficit-Pil, dal 2,1% al 2,2%. Ma quello che ci preoccupa di più, è che sia la spesa per consumi finali delle famiglie che il potere d'acquisto sono ancora al palo, agli zero virgola, rispettivamente +0,8% e +0,9%". Per Dona: "Considerato che la spesa della famiglie residenti rappresenta il 60% del Pil, stando ai dati di oggi il 59,78%, è evidente che fino a che non si ridà capacità di spesa agli italiani non ci potrà essere nemmeno una crescita significativa".

Su posizioni simili Carlo Rienzi, presidente di Codacons, secondo cui "i numeri (dell'Istat) segnano un peggioramento preoccupante".

Federconsumatori, invece, "richiama l'attenzione sulla situazione ancora altamente instabile della nostra economia, che richiede interventi urgenti in direzione della crescita". Secondo l'associazione di categoria, "Il primo passo in questa direzione è lo stanziamento di investimenti per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la modernizzazione delle infrastrutture, nonchè il taglio del cuneo fiscale, per dare uno slancio decisivo in direzione della ripresa.

Inoltre è fondamentale, da un lato scongiurare l'aumento dell'Iva, che avrebbe conseguenze drammatiche per le famiglie, dall'altro una revisione sistematica e complessiva della tassazione, rimodulando le accise sui carburanti e tagliando alcune voci anacronistiche dagli oneri di sistema in bolletta, solo per citare alcune delle voci più urgenti".

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