"Obbligo di liberare l'immobile": cosa cambia per gli affitti

Il Piano del governo intende riformare l'esecuzione immobiliare: "Necessario tutelare i creditori"

"Obbligo di liberare l'immobile": cosa cambia per gli affitti

Vita più semplice per chi attende di rientrare in possesso di un immobile occupato o di concludere il processo esecutivo a danno di un debitore. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dalla maggioranza di governo prevede di semplificare la normativa che regola le esecuzioni immobiliari. Oggi, nonostante le ragioni riconosciute dal giudice, è spesso molto difficile mettere in esecuzione ordinanze e sentenze. Lungaggini che, in alcuni casi, possono durare diversi mesi o anni. Una lacuna del sistema è rappresentata dai procedimenti in cui è coinvolta una casa abitata.


I problemi per proprietari e affittuari ​

Lo stato di indigenza dell’occupante – o la malattia di un suo familiare convivente – rendono quasi impossibile rientrare in possesso del bene entro tempi certi. Le problematiche non riguardano solo chi si vede occupare un’abitazione: sono coinvolti anche gli immobili che finiscono al centro di procedimenti come garanzie di crediti o come beni del debitore esecutato. Realtà che spesso impatta anche nei confronti di chi si aggiudica un immobile messo all’asta dal tribunale. I tecnici di Palazzo Chigi che hanno preparato il Piano che sarà negoziato con la Commissione europea nelle prossime settimane hanno individuato alcune soluzioni per rendere più celeri i procedimenti. Proposte di modifica normativa che saranno oggetto di un disegno di legge delega che, secondo i tempi ipotizzati da Mario Draghi, dovrebbe essere pronto entro settembre per essere poi approvato entro l’autunno del 2022. Un ruolino di marca che dispiegherebbe i suoi pieni effetti solo a partire dal 2024.

Obbligo di liberare l'immobile

La semplificazione del contesto normativo sarebbe in grado di favorire gli investimenti nel Belpaese: spesso rallentati da processi civili dalla durata pluriennale a cui si accompagna una fase esecutiva dai confini incerti. Il disegno di legge, come precisato nel Pnrr, interverrà su diversi profili. Tra questi l’obbligatorietà della liberazione dell’immobile non appena verrà adottata dal giudice l’ordinanza che autorizza la vendita del bene o la delega degli atti preliminari ad un professionista incaricato. Spazio anche a un’altra innovazione capace di accorciare ulteriormente i tempi. L’esecutivo punta a introdurre la vendita diretta del bene pignorato: scelta che: “Con i necessari accorgimenti può favorire una liquidazione virtuosa e rapida attraverso la collaborazione del debitore”.

Le precisazioni dei tecnici non sono finite: “Il Pnrr rafforza la tutela del creditore o dell’avente diritto munito di titolo esecutivo, mediante l’allegerimento delle forme, la semplificazione dei modelli processuali, l’accelerazione dei tempi (l’eliminazione dei termini superflui e la più sollecita cadenza delle fasi della vendita) e la maggiore effettività”. Parole chiare che intendono tutelare chi ha visto riconosciute le sue ragioni in una sentenza. Cittadini che spesso si sono sentiti parti deboli nonostante il dispositivo adottato dal giudice.

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