Il pomodoro italiano diventa "doc"

Decreto del governo: su salse e sughi obbligatorio indicare l'origine dei derivati

Il pomodoro italiano diventa "doc"

Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno firmato il decreto interministeriale per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine dei derivati del pomodoro. Lo ha detto Martina a margine del Forum Coldiretti, ieri a Cernobbio. I provvedimenti introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso. Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

«Rafforziamo il lavoro fatto in tema di etichettatura in questi mesi - ha detto Martina - e come ho ribadito al Commissario europeo Andriukaitis crediamo che questa scelta vada estesa a livello europeo, garantendo la piena attuazione del regolamento del 2011». Il tema della trasparenza delle informazioni al consumatore è un punto cruciale per il modello di sistema produttivo che vogliamo sostenere. L'Italia ha deciso di non attendere e fare in modo che i cittadini possano conoscere con chiarezza l'origine delle materie prime degli alimenti che consumano.

Con un aumento del 36% degli arrivi dalla Cina per un totale 92 milioni di chili di concentrato di pomodoro da spacciare come Made in Italy nel 2016, l'arrivo dell'obbligo di indicare la provenienza rappresenta

una attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha espresso tutta la sua soddisfazione nel commentare l'annuncio di ieri del ministro delle Politiche agricole.

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