Popolare Vicenza, la Borsa dice no alla quotazione

Con le azioni della Popolare Vicenza rimaste fuori dal listino ora toccherà allo stesso Fondo Atlante rilevare tutte le azioni collocate, arrivando quindi a una quota del 99,33% dell’istituto, mentre lo 0,67% appartiene ai vecchi azionisti

Popolare Vicenza, la Borsa dice no alla quotazione

Semaforo rosso da Borsa italiana alla quotazione della Banca Popolare di Vicenza. Lo si legge in una nota, in cui si precisa che "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato". In altre parole la Popolare di Vicenza non viene ammessa alla quotazione nel mercato. Dopo l’insuccesso della ricapitalizzazione (opzionata per meno del 10% dal mercato), per l’istituto vicentino si attendeva il responso sull’ammissione a quotazione, visto lo scarso livello di flottante a disposizione in caso di sbarco in Borsa. Appena uscita la notizia Piazza Affari amplia le perdite, con il Ftse Mib che tocca un calo -1,28%,. Sospese le quoptazioni di Mps, Unicredit e Bpm, peggiorano in genere le banche.

Lo sbarco in Borsa era in programma per mercoledì 4 maggio, dopo l'aumento di capitale fino a 1,75 miliardi di euro. Ma l'aumento, che si è concluso venerdì con adesioni minime da parte dei sottoscrittori, fa sì che il Fondo Atlante ora passi al 99% dell'istituto.

Per la Borsa Italiana, non c'è infatti una "sufficiente diffusione degli strumenti finanziari" e quindi il flottante non basta per poter quotare Bpvi. Nella nota si fa notare che, visti i risultati dell'offerta globale, "un unico soggetto sarebbe detentore del 91,72% del capitale sociale della Società"; "dieci investitori istituzionali verrebbero a detenere il 5,07% del capitale sociale" e , più precisamente, "il 4,97% verrebbe detenuto da un unico investitore indicato come non computabile ai fini del flottante e il residuo 0,1% dai restanti 9 investitori". Il pubblico indistinto "verrebbe a detenere lo 0,36% del capitale sociale della società post offerta globale" e "gli azionisti preesistenti verrebbero a detenere il 2,86% del capitale sociale": più precisamente, "il 2,19% sarebbe riveniente dalla sottoscrizione dell'Offerta Globale e lo 0,67% sarebbe riferito alle azioni già anteriormente detenute".

A determinare la mancata quotazione è quindi lo scarso flottante che si è creato sul titolo. Il collocamento si era concluso con la sottoscrizione del 7,66%, ma con un 4,97% detenuto da un unico investitore (Mediobanca). Il Fondo Atlante deteneva così il 91,72% del capitale, gli azionisti preesistenti il 2,86%, il pubblico indistinto lo 0,36%, lo 0,10% da 9 investitori istituzionali. Troppo poco per convincere Borsa Italiana a dare il via libera; il flottante per consentire lo sbarco sul mercato doveva essere pari ad almeno il 25%, ma Borsa Italiana poteva anche considerare la quota del Fondo Atlante come azionariato diffuso.

Con le azioni della Popolare Vicenza rimaste fuori dal listino ora toccherà allo stesso Fondo Atlante rilevare tutte le azioni collocate, arrivando quindi a una quota del 99,33% dell’istituto, mentre lo 0,67% appartiene ai vecchi azionisti.

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