Le Poste Italiane ieri hanno aggiornato i propri massimi a 8,4 euro dalla quotazione avvenuta nell'autunno 2016. Le azioni sono arrivate a segnare un rialzo del 3,5% per poi chiudere la seduta con un +0,12% a 8,1 euro. Il mercato ha premiato i conti trimestrali che sono stati spinti soprattutto dal contenimento dei costi nella divisione delle attività di corrispondenza e pacchi. L'utile netto del primo trimestre si è attestato a 485 milioni (+38% su un anno fa) mentre i ricavi sono sali dell'1,8% a 2,9 miliardi e il risultato operativo si è attestato su 703 milioni (+34%).
Il totale delle masse gestite ha raggiunto 514 miliardi (+3,3%), grazie ad una raccolta netta pari a 4,4 miliardi. Secondo l'ad, Matteo Del Fante, «il brillante andamento dei risultati del primo trimestre è frutto del rapido impatto di Deliver 2022, il nostro piano strategico quinquennale costruito sulla base di ipotesi prudenti, con un rischio di esecuzione molto basso». La crescita del fatturato del primo trimestre, si legge nella nota di Poste, è legata anche al contributo positivo dei servizi finanziari (1,5 miliardi, +3,9% sull'anno precedente), grazie soprattutto al rinnovato accordo con Cassa Depositi e Prestiti, che ha visto le commissioni sul risparmio postale salire a 450 milioni nel primo trimestre 2018 (a marzo 2017 erano pari a 355 milioni). Il settore operativo Pagamenti, mobile e digitale, di nuova costituzione, ha evidenziato un incremento dei ricavi del 10% e ammontano a 143 milioni nel primo trimestre del 2018.
Il segmento Corrispondenza, pacchi e distribuzione ha invece registrato un calo dell'1,8%, con un aumento dei ricavi dalle attività di recapito dei pacchi e una flessione di quelli derivanti dalla corrispondenza. Quanto alla ricerca del partner per entrare nel settore dell'Rc auto, Del Fante ha detto che si baserà «su prezzo e qualità».
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