Prevale il rosso nella piccola galassia fondata da De Benedetti

L'editore del "Domani" perde in tutte le attività: editoria, immobili, cura dell'occhio, intelligenza artificiale

Prevale il rosso nella piccola galassia fondata da De Benedetti
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Tra poco più di un mese (il 14 novembre) Carlo De Benedetti compie 90 anni. Da tempo è uscito, lasciandolo ai figli, dal gruppo Cir, un impero finanziario che, al massimo del suo splendore, controllava gruppi industriali (come per esempio l'Olivetti e poi Omnitel), editoriali (Espresso-Repubblica), e tante altre attività. In diversi di questi casi (la stessa Olivetti e più tardi il gruppo energetico Sorgenia) le avventure dell'«Ingegnere» non sono andate lontano. Mentre oggi Cir è ancora quotata e attiva nella componentistica auto (Sogefi) e nella sanità per anziani (gruppo Kos).

Ma l'Ingegnere non si è ritirato del tutto a vita privata, continuando a occuparsi delle due cose che da sempre lo hanno più appassionato: l'editoria (nel 2020 ha fondato il quotidiano Domani) e gli investimenti finanziari. Tuttavia, in base alle ricostruzioni del quotidiano online Open, anche questa fase della sua vita imprenditoriale non gode di molta fortuna. Tanto da perdere soldi un po' dappertutto: dall'editoria agli immobili; dalle tecnologie per curare i tumori alla realtà virtuale; dalla chirurgia dell'occhio alla cura dell'ipertensione.

Lui, che a proposito degli attuali azionisti della sua ex Repubblica aveva sentenziato che John Elkann è riuscito in quattro anni a distruggere il gruppo editoriale che il principe Carlo Caracciolo, suo prozio, aveva creato in 15», con il Domani non ha che perso quattrini. Nel 2023 le perdite, pur dimezzate, sono di 1,9 milioni.

Male anche la mini-holding di partecipazioni controllata dalla sua Romed. Si chiama «Per spa»: nel 2023 ha incassato zero e ha perso 198.344 euro. A fine 2023 De Benedetti ha sciolto anche la sua immobiliare «Umbria srls», per «sopravvenuta impossibilità di conseguire l'oggetto sociale».

Ci sono poi gli investimenti effettuati con i proventi della Romed: quote di minoranza in sturt up di tecnologia medica in vari campi, spesso in società israeliane specializzate. Ma in nessun caso si sono visti i ritorni dell'investimento. Nella BetaGlue Technologies, «azienda italiana che sta sviluppando una nuova piattaforma di radioterapia per il trattamento di tumori solidi non resecabili» si è registrata una perdita di 4,12 milioni. Altro investimento della holding di De Benedetti è stato nella «Twh Eye srl», che nel 2021 ha rilevato per 7,6 milioni una partecipazione di minoranza in BeyeOnics, gruppo israeliano operante nel segmento chirurgia ortopedica e neuro, e BeyeOnics Vision, nel segmento chirurgia oftalmologica. Ma anche qui nel 2023 zero ricavi e perdita operativa di 118.284 euro.

Male anche l'altro investimento di Romed in una partecipazione in Twh Hypertension, che a sua volta ha una quota nella israeliana Sonivie Ltd, «operante nello sviluppo di dispositivi medici per il trattamento dell'ipertensione». Nell'ultimo anno 66.044 euro di perdite.

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