Nella questione della rapida ascesa del prezzo del gas entra anche l’azienda di ricerca in campo energetico e ambientale Ne Nomisma Energia, il cui presidente, Davide Tabarelli, affronta le politiche del governo definendole irresponsabili. L’attendismo palesato dall’esecutivo, secondo Tabarelli, porterà nel baratro il Paese.
Il prezzo del gas, in questi ultimi giorni scambiato in area 230-250 euro per Megawattora, è già preoccupante. Le stime future parlano di aumenti fino al 60% e, considerando le evoluzioni degli ultimi mesi, si tratta di numeri che possono essere ritoccati verso l’alto.
Le previsioni di Tabarelli
Dalle pagine del Fatto quotidiano, Tabarelli dipinge scenari cupi ma, come vedremo, non irreali. Il presidente di Ne Nomisma Energia ha fatto notare che gli interventi governativi potevano avere senso se il prezzo del gas fosse rimasto a quota 80 euro per Megawattora, ma adesso sono insufficienti. Il gas a 250 euro per Megawattora si traduce in un costo dell’energia elettrica di 600 euro per Megawattora (va ricordato che la maggior parte dell’energia elettrica in Italia viene prodotta usando gas naturale) e questo comporta rischi per l’economia tutta, inclusi quindi aziende, lavoratori e i cittadini in generale.
Nel prossimo futuro Tabarelli vede chiusure, recessione e distruzione della domanda. Elementi che non possono essere leniti con la linea del governo secondo la quale, in virtù delle scorte nazionali elevate, si può evitare il peggio.
Tabarelli sostiene che, durante il prossimo inverno, l’Italia possa avere un fabbisogno giornaliero di 400 milioni di metri cubi di gas, metà dei quali provenienti dall’importazione dipendente, per il 50% circa, dalla Russia. Se Mosca dovesse chiudere i rubinetti sarebbe necessario razionare i consumi, con conseguenze nefaste per la Nazione. Risparmiare gas è quindi più che necessario.
A considerazioni del tutto simili giunge anche il Messaggero che, ampliando il discorso anche all’energia elettrica, include il settore residenziale che contribuisce in misura del 30% al fabbisogno nazionale. Le economie domestiche, con alcuni accorgimenti, possono ridurre di 2,7 miliardi di metri cubi il consumo di gas. Un impegno corale che consente una diminuzione del 3,6% delle necessità di gas del Paese, pari a circa 75miliardi di metri cubi l’anno.
Facili profeti
Ne Nomisma Energia, al pari di tutti gli enti che hanno fatto previsioni poco ottimistiche, non ha sostenuto nulla che non fosse realistico. Il comparto delle cartiere italiane, che dà lavoro a 19mila persone, è in pericolo. Si tratta di aziende che necessitano molto gas e che fanno fatica a trovare fornitori, oltre a ricevere bollette da capogiro. A luglio una cartiera ha ricevuto una bolletta da 9 milioni di euro per luce e gas, quattro volte più del normale. Ma quello delle cartiere itlaiane è solo un esempio dei comparti e delle attività commerciali e industriali a rischio.
Senza fornitori e con costi energetici tanto elevati, alle aziende in difficoltà potrebbe restare soltanto la possibilità di chiudere, anche soltanto temporaneamente, con danni a cascata per tutta l’economia.
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