La tragedia di Genova «e 'l modo ancor m'offende», richiamando l'Alighieri, ha troppe zone d'ombre. Una fa rabbia: lo scaricabarile su chi aveva la responsabilità di assicurare la periodica manutenzione per garantire la tenuta del ponte Morandi. In assenza di trasparenza e con omissis nel contratto di concessione. Ho letto una disarmante dichiarazione di Andrea Giuricin che insegna Economia dei trasporti: «Secretare le concessioni fu uno sbaglio. E gli omissis riguardano proprio la remunerazione in cambio degli investimenti, in cambio dei quali alle singole società sono stati riconosciuti, anno dopo anno, gli aumenti dei pedaggi. Nessuno sa come». Nascondere qualcosa non è mai una buona pratica (ci siamo dimenticati di Ustica?), figuriamoci in materia di privatizzazioni non a caso alquanto chiacchierate quando lo Stato cedette quel suo ramo ai Benetton.
È più che giusto che una società produca utili, ma quando la logica del profitto è oggettivamente a scapito della manutenzione costante della sede stradale allora siamo davanti a qualcosa che stride. Una cosa è certa: il ponte è caduto, i morti e i parenti delle vittime e dei feriti e i cittadini/contribuenti con loro, chiedono che siano individuate responsabilità certe. E la giustizia operi in tempi celeri. La politica non dovrebbe approfittare della drammatica situazione per affermare uno statalismo di ritorno. Il dramma di Genova ci dice che la commistione fra pubblico e privato è solo fonte di ambiguità.
È miope prendersela con le privatizzazioni per interessi di parte. Più saggio realizzare privatizzazioni vere. Nel segno della trasparenza. Tornerò sull'argomento dopo pignola lettura del contratto di concessione.www.pompeolocatelli.it
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