Andrea Orcel non toglie il piede dall'acceleratore e dà in pasto agli investitori un più ambizioso obiettivo di utile. Quest'anno i profitti netti di Unicredit andranno a superare i 9 miliardi di euro rispetto agli 8,5 dell'ultima guidance. Intervenendo a una conferenza di Bank of America a Londra, Orcel si è detto fiducioso nella capacità della banca di assorbire gli effetti del ciclo dei tassi e del calo dell'attività in Russia e superare i 9 miliardi di utile anche nel 2025. «Di quanto lo vedremo più avanti, ma al momento diciamo che batteremo questo obiettivo», sono state le parole del banchiere romano che indica anche il payout avanzare dal 40% al 50% dal 2025 in avanti.
Il ceo di Unicredit non si è sottratto dal fornire un update sull'affaire Commerzbank. «É un investimento, niente di più, per il momento», da cui si prevede un ritorno «ben superiore al 15%». Orcel ha puntualizzato che ad oggi i vari blitz per rastrellare il 21% di Commerz hanno comportato l'esborso di 3,5 miliardi, facendo capire che si tratta di cifre alla portata «della banca europea che genera più capitale organicamente». L'opzione numero uno rimane una aggregazione ma - alla luce del muro alzato dal governo Scholz che ha parlato di «atto ostile» - c'è sempre la possibilità di rimanere come azionista e nulla più. Nel frattempo dalla Bce arrivano nuovi segnali di fumo: sei membri del consiglio direttivo sarebbero «ampiamente favorevoli» al merger Unicredit-Commerz, ritenendo opposizione di Berlino come contraria al principio dell'integrazione europea. La banca tedesca intanto ha accelerato il cambio al vertice con il ceo Manfred Knof all'addio a fine mese, sostituito dal l'attuale cfo Bettina Orlopp.
Appare chiaro che le barricate alzate da Berlino rendano l'operazione potenzialmente più onerosa per Unicredit sia in termini di prezzo che di concessioni da offrire ai tedeschi sotto forma di rassicurazioni su salvaguardia posti di lavoro e non solo. Orcel sembra esserne conscio e mette le mani avanti: se le condizioni «non soddisferanno le nostre metriche, allora non andremo avanti».
Intanto in Italia Unicredit cambia strategia nel bancassurance. È stato infatti avviato il processo di internalizzazione del business del Vita attraverso l'acquisto delle quote di maggioranza in Cnp UniCredit Vita e UniCredit Allianz Vita andando a disdire gli accordi in essere con Cnp Assurances e Allianz.
Le due operazioni, finanziate per cassa e che saranno concluse nel corso del 2025, avranno un impatto complessivo sul Cet1 del gruppo di circa 20 punti base. Unicredit procederà con la fusione delle due realtà e ambisce ad «accelerare la crescita in un settore basato su commissioni e con una buona profittabilità».
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