"100mila euro ed è tutto a posto". Chi ha usato la "porta" del Fisco

Una legge voluta dal governo Renzi permette ai nababbi di tutto il mondo di pagare poche tasse se decidono di trasferirsi nel Belpaese: "bastano" 100mila euro

"100mila euro ed è tutto a posto". Chi ha usato la "porta" del Fisco

"100mila euro ed è tutto a posto per il Fisco". Si potrebbe riassumere con uno slogan la legge varata dal governo guidato da Renzi nel 2017. Una misura volta a consentire ai "ricchi" di tutto il mondo di pagare poche tasse se decidevano di trasferire la residenza fiscale in Italia. Sì, avete capito bene: l’Italia come terra di libertà (e di opportunità) in cui far germogliare la propria fortuna a costi ridotti. Veniva stabilito che questi avrebbero potuto pagare sulle proprie attività economiche estere una tassa fissa di 100mila euro l’anno. Una miseria, considerato il target al quale il beneficio era rivolto. Questa norma veniva approvata quattro anni fa. E spuntava nella legge finanziaria varata appena una settimana dopo la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale. Qualcosa che fece discutere e non mancarono le polemiche.

Ora si scopre, come scrive Repubblica, che questa legge sta funzionando. Nel primo anno di applicazione, il 2017, i facoltosi che hanno trasferito la residenza fiscale in Italia sono stati 99. Nel 2018 più del doppio: 264. E nel terzo, il 2019, addirittura 421. Per un totale, alla fine dello scorso anno di 784 nababbi pronti a pagare il fisco (agevolato) nel Belpaese.

Qualcuno potrebbe chiedersi da dove provengono questi ricconi? La risposta è presto detta. In testa alla classifica c’è la Gran Bretagna. Fra il 2017 e il 2018 ce ne sono stati ben 78 che hanno presentato richiesta all’Agenzia delle entrate. Poi dalla Francia (sono 58). Quindi dalla Svizzera: 32. E dal Brasile: 25. Si tratta per la quasi totalità di oriundi eredi di famiglie che si sono arricchite dopo essere emigrate in Sudamerica.

Ma le sorprese non finiscono qui. Quattro di loro arrivano dagli Emirati Arabi Uniti. Altrettanti dalle isole Mauritius. Nonché dal Principato di Monaco ed è questo un dato all’apparenza sorprendente: nel senso che sembra piuttosto modesto e dice come la competizione fiscale con Montecarlo sia una partita persa in partenza. Ben più interessanti sono i 19 ricchi che si sono trasferiti in Italia dalla Russia, uno appena in meno di quanti sono arrivati dagli Stati Uniti. E ai quali si devono aggiungere 6 ucraini. Per non parlare dei due provenienti dall’Iran e dell’unico anonimo che ha ritenuto conveniente addirittura spostare la residenza nel nostro Paese dalle isole Cayman.

Renzi aveva fatto la corte a questi milionari e, come scrivevamo, non mancarono le polemiche. Il Financial times descrisse l’Italia come una specie di paradiso fiscale.

Questa legge ha visto la luce nel momento in cui era già in atto nell’Ue una forte concorrenza fiscale tra i vari Paesi, a colpi di sconti per chi lasciava la sua terra d’origine fino a deroghe decennali per i pensionati che avessero cambiato nazione di residenza. Una guerra che il governo italiano aveva deciso di combattere. E i dati in possesso al ministero dell’Economia dicono che la mossa renziana starebbe dando i propri frutti.

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