Quota 100 non sarà sostituita: ecco cosa ci aspetta

Le parole del ministro Orlando sono state chiare: non sarà concesso a tutti la porta d'uscita per la pensione anticipata. Chi rischia

Quota 100 non sarà sostituita: ecco cosa ci aspetta

Quota 100 andrà ad esaurimento al 31 dicembre 2021. Non è certo una novità questa. Da mesi l'esecutivo ha fatto sapere che la riforma voluta fortemente dalla Lega non verrà rinnovata. Il ministro del Lavoro e del Welfare, Andrea Orlando, è stato piuttosto chiaro: "La priorità sono le misure per i ristori, il recupero dell'occupazione. Il tema prevdenziale verrà dopo". E in queste settimane si sono aperti diversi tavoli di trattativa con i sindacati per determinare l'ossatura della riforma previdenziale che dovrebbe scattare dall'1 gennaio 2022. Le opzioni sul campo sono diverse. Il fronte sindacale propone un'uscita anticipata a 62 anni con 30 anni di contributi. La Lega spinge per una quota 41 integrale, Draghi e il Tesoro al momento non hanno preso una posizione cercando di fatto di prendere tempo per decidere la direzione più idonea. Sullo sfondo di questa sfida previdenziale ci sono le raccomandazioni Ue in tema di riforme legate al Recovery Fund che hanno un punto fermo: la piena attuazione della Fornero. Ed è per questo motivo che migliaia di pesnionandi italiani ancora a lavoro temono il terribile scalone che potrebbe aprirsi già dall'1 gennaio del 2022.


Quota 100 non sarà sostituita

Sul fronte pensioni però sono arrivate le parole del ministro Orlando che spiegano di fatto quanto sia difficile da realizzare l'ipotesi di una riforma sostitutiva di Quota 100 e con requisiti piuttosto simili tra le varie categorie professionali per l'accesso alla pensione anticipata: "Penso che ci saranno delle misure che sostituiranno quota 100, quello che va superato di quota 100 è che si dava la stessa misura a tutti, a prescindere dal tipo di lavoro che si era svolto nel corso del tempo. Si tratterà di tenere conto della gravosità del lavoro, delle risorse disponibili e delle condizioni medianti le quali si è arrivati a costruire un percorso retributivo", ha affermato a e-Venti su Sky Tg 24. Parole chiare che alzano il velo su quello che accadrà. Quota 100 dunque non sarà sostituita. All'orizzonte si profila una riforma in miniatura che permetterà l'uscita anticipata solo ad alcune categorie di lavoratori. In pole position ci sono i lavori usuranti. Per tutti gli altri dunque si apre il baratro dello scalone con un balzo dell'età pensionabile che va da 62 anni con Quota 100 a 67 con la Fornero.


Le piccole vie d'uscita

Va detto che l'esecutivo manterrà altre vie d'uscita preferenziali come ad esempio opzione donna che permette l'addio al lavoro con almeno 58 anni di età e 35 anni di contributi. Ma si tratta di piccole concessioni. Il dato di fatto che resta sul campo è uno solo: il tanto temuto scalone molto probabilmente alla fine ci sarà. In questo quadro di uscite anticipate vanno sottolineate le operazioni interne delle aziende che usando i contratti di espansione daranno il via a prepensionamenti. Gennaio 2022 dunque potrebbe diventare un mese nero per chi vuole andare in pensione. Solo l'adeguamento dei tassi di rivalutazione potrebbe cambiare leggermente l'umore dei pensionati. Infatti a partire da gennaio dovrebbe tornare (salvo proroghe in legge di Bilancio) il sistema premiante per la perequazione degli assegni. Finora il sistema è stato calmierato da una soglia premiante che riguarda solo gli assegni fino a 4 volte il minimo. La partita previdenziale sarà decisiva sotto tanti punti di vista.

Per le tasche dei pensionati ma anche per il ritorno ad una piena occupazione con la liberazione di alcune posizioni professionali e le conseguenti assunzioni. La portata della nuova riforma determinerà quanto alta sarà l'adesione all'uscita e di conseguenza il nuovo tasso di inserimento per chi si affaccia sul mondo del lavoro.

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