Il "terzo grado" sui prelievi: chi rischia grosso

Il Fisco prepara multe e sanzioni per prelievi dal conto corrente e utilizzo del denaro contante se non conformi ai limiti previsti: ecco i "compiti" che avrà il nuovo redditometro ma il coro dei no è sempre più forte

Il "terzo grado" sui prelievi: chi rischia grosso

Il Fisco vuole ripartire dal redditometro, lì dove nel 2018 si era fermata la macchina per l'attuazione del nuovo strumento di accertamento dei redditi dei cittadini con l'allora governo formato da Lega e 5Stelle.

I controlli dai prelievi

Quando si parla di versamenti o di prelievi di contante dal nostro conto corrente, devono sempre esserci valide motivazioni per scongiurare operazioni di evasione nei confronti del Fisco o, peggio ancora, l’ipotesi di denaro dalla provenienza illecita. Per esempio, chi svolge un lavoro come dipendente o chi è disoccupato o pensionato, nel caso in cui prelevi 5mila euro dal proprio conto che spenderà in un’unica giornata, non riscontrerà un divieto nel farlo ma potrebbe incorrere in controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, con accertamento fiscale, tramite lo strumento del redditometro: con questo metodo si collegano le spese effettuate con i redditi dichiarati, al fine di valutarne compatibilità e congruità. Invece, come riporta proiezionidiborsa, per i titolari d’impresa vige una "presunzione": il denaro prelevato senza motivazione specifica viene tassato perché si suppone utilizzato per investimenti.

Limiti e sanzioni

Ecco perché, ad esempio, c'è stata l'introduzione di strumenti quali cashback e super cashback sulle spese effettuate con strumenti elettronici oppure la lotteria degli scontrini. Come abbiamo spiegato con questo articolo, il Fisco punta a sfruttare meglio le potenzialità inespresse della Superanagrafe dei conti correnti (qui un nostro pezzo) potendo contare su cinque dati chiave: il saldo a inizio anno ed alla fine, la somma dei movimenti in entrata e in uscita e la giacenza media: questo dovrebbe consentire di individuare meglio i redditi da "nero" anche se non si sono tradotti in consumi, per i quali il Fisco prenderà in considerazione i dati già espressi dall'Anagrafe tributaria. Nel caso dell’esercizio d’impresa, i prelievi sensibili di un eventuale controllo sono quelli il cui importo supera i mille euro giornalieri o cinquemila euro mensili; se si è privati cittadini, i limiti sono stabiliti dai regolamenti dei singoli istituti di credito ma, in linea di massima, i limiti ai prelievi oscillano dai 500 ai mille euro giornalieri e dai duemila ai tremila euro mensili. Per operazioni eccezionali di importo maggiore a quanto previsto dalla banca, il prelievo non potrà essere vietato ma l’Istituto di credito chiederà chiarimenti in merito alle finalità del prelievo da parte del correntisto e la banca potrà decidere se inviare o no la documentazione all’UIF, Unità di Informazione Finanziaria.

Il "terzo grado" del Fisco

L'Agenzia delle Entrate potrà chiedere ai contribuenti di presentarsi per un contraddittorio e chiedere spiegazioni che quel reddito ricostruito si possiede veramente e a quel punto, a discrezione dell'accertatore, le sanzioni potranno essere annullate totalmente, in parte, oppure confermate. Le sanzioni, se versate entro 15 giorni dalla notifica dell'accertamento daranno diritto ad una riduzione del 50%: il contribuente, inoltre, potrà anche non pagare e produrre una documentazione aggiuntiva a cui seguirà un secondo contraddittorio in cui l'Agenzia delle Entrate, acquisendo ulteriori elementi, potrà proporre un accertamento con adesione: in pratica un'ulteriore riduzione delle sanzioni ad un terzo del minimo.

"Redditometro colpo letale"

"In un momento storico in cui abbiamo un milione di disoccupati in più rispetto al 2019, con le proiezioni per i prossimi due anni che vedono drammaticamente salire questi numeri fino a tre milioni di posti di lavoro in meno e un milione di partite iva che chiuderanno i battenti, pensare di introdurre un nuovo redditometro significa voler dare un colpo di grazia ai lavoratori autonomi che sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto per gli effetti della crisi economica scaturita dalla pandemia": si è espresso così, con una nota, Eugenio Filograna, presidente del movimento Autonomi e Partite Iva, commentando la proposta in discussione in Parlamento relativa al nuovo redditometro. "Il redditometro parte da un pregiudizio culturale, burocratico e politico, di tutti i partiti e sindacati, anche datoriali, e di tutta la relativa classe dirigente, in base al quale la vera causa del mancato gettito tributario sia l'evasione fiscale e non una tassazione inadeguata accompagnata da una burocrazia persecutoria verso il cittadino ma soprattutto verso gli Autonomi e Partite iva", spiega il presidente Filograna.

"Redditometro è strumento principe di uno stato guardone, in uno stato liberale lo stato non si permette di giudicare cosa compri": così Giorgia Meloni a margine

dell'intitolazione a Verona di "casa Serena" alla memoria di Stefano Bertacco, sugli ultimi sondaggi. "Purtroppo - spiega - andiamo in questa direzione, ma noi non siamo sudditi, siamo cittadini".

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