Alla fine Richemont è riuscita a uscire dalle sabbie mobili e trovare un acquirente per Yoox Net-a-porter (Ynap). Il colosso elvetico del lusso ormai da oltre due anni aveva affisso il cartellino «vendesi» per Ynap, azienda italiana attiva nell'ecommerce di lusso e comprata a suon di miliardi sei anni fa. Negli anni post-Covid l'investimento in Ynap si è tradotto in un flop con vendite in calo e business in costante perdita.
Dopo il fallito accordo con Farfetch e il dietrofront dell'interesse dei fondi Bain Capital e Permira, gli svizzeri riescono a cedere Ynap con il 100% del capitale che andrà alla tedesca Mytheresa con una posizione di cassa di 555 milioni di euro e nessun debito. In cambio Richemont riceverà il 33% del capitale azionario di Mytheresa. Il colosso elvetico metterà a disposizione anche una linea di credito revolving della durata di sei anni di 100 milioni di euro per finanziare l'attività corrente di Ynap.
Come risultato di questo accordo, il cui closing è previsto nella prima metà del 2025, Richemont prevede che la svalutazione delle attività nette di Ynap ammonterà a circa 1,3 miliardi.
I tedeschi di Mytheresa, che sono competitor diretti di Ynap, puntano a creare un gruppo leader nel settore del lusso digitale multimarca da 4 miliardi sfruttando al massimo le sinergie tecnologiche. Il cfo di Mytheresa ha spiegato come ad oggi la divisione off-price di Ynap risulti in perdita, mentre le attività Net-a-porter e Mr Porter stanno registrando profitti «bassi a una cifra».
La reazione del mercato è stata una sorta di «sospiro di sollievo» per Richmont (+2% a Zurigo) con gli analisti che sottolineano come la cessione di Ynap elimina un elemento di incertezza in quanto cedere un'attività in perdita non è mai facile come testimoniato dai precedenti accordi falliti. A Wall Street prepotente rally per Mytheresa (+55%).
Fondata nel 2000, Yoox (diventata Ynap nel 2015 a seguito della fusione tra Yoox Group e The Net-A-Porter Group) ambiva a diventare l'Amazon della moda e l'ascesa nel corso dello scorso decennio era stata a tratti dirompente.
Il suo fondatore Federico Marchetti riuscì infatti a far lievitare il suo valore dai 95 milioni di euro del 2018 quando debuttò a Piazza Affari alla storica cessione a Richemont un decennio dopo per ben 5,3 miliardi, di cui un'importante fetta andò a Marchetti che deteneva circa il 4% del capitale.
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