Fai richiesta per l'Isee? Il Fisco ti controlla il conto corrente

Scattano misure più stringenti sulle richieste Isee. Da gennaio il Fisco controlla le cifre dei conti correnti: devono corrispondere a quelle dichiarate

Fai richiesta per l'Isee? Il Fisco ti controlla il conto corrente

Da inizio anno sono scattati i controlli dell'Inps sui conti correnti bancari. Ma, nel 2020 c'è una novità: i controlli, infatti, scatteranno automaticamente per i cittadini che richiedono la certificazione Isee. L'Isee è l'indicatore della situazione economica, in base al quale si calcolano i pagamenti dei servizi pubblici, come la mensa scolastica, le tasse universitarie e le rette degli asili nido, o la possibilità di accedere al reddito di cittadinanza.

Dal 1° gennaio 2020, chiunque presentiu la Dsu, la dichiarazione sostitutiva per ottenere l'Isee, o modifichi la dichiarazione Isee precompilata, verrà sottoposto a "un controllo automatico volto a riscontrare se vi sia corrispondenza tra quanto indicato nella Dsu e quanto risulta nell' archivio stesso". Come specifica il Fatto quotidiano, verranno quindi confrontati i dati dichiarati con quelli contenuti nell'Anagrafe dei rapporti finanziari gestita dall'Agenzia delle Entrate. Fino allo scorso anno, il controllo consisteva nel verificare la corrispondenza tra i conti correnti dichiarati e quelli presenti nell'archivio. Ora, invece, verranno controllate anche le cifre.

La novità è partita rimanendo un po' nell'ombra, dato che solamente il 13 gennaio 2020, l'Inps ha spiegato i cambiamenti legati alla richiesta Isee, con un Messaggio, il numero 96, pubblicato sul proprio sito.

L'evoluzione dell'Isee era già prevista da una legge del 2017, che ne rimandava però l'attuazione, prevista con un decreto del ministro del Lavoro, dopo aver consultato Inps, Agenzia delle Entrate e Garante per la privacy. Ma, già nel 2015 erano state introdotte regole più ferree, per evitare che i "furbetti" dichiarassero il falso, per ottenere agevolazioni: solamente parte delle informazioni vengono inserite dal soggetto che presenta richiesta, mentre dati anagrafici, di reddito e patrimoniali devono essere riportati nella Dsu.

E ora, da gennaio, è stata introdotta un'ulteriore misura, per evitare che lo Stato conceda benefici e sconti a chi non ne ha veramente diritto. Si tratta della versione precompilata dellìIsee, che recupera in automatico i dati dall'Anagrafe tributaria, dal Catasto o dall'Inps. Ma il modello precompilato non ha sostituito la possibilità di inserire di persona tutte le informazioni richieste.

In ogni caso, "il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti". Prima, il controllo si riferiva solamente alla "numerosità dei rapporti finanziari", mentre ora vengono prese in considerazione anche le cifre.

E se dalla verifica emergesse un valore del patrimonio familiare non coerente con quello dichiarato, il richiedente ha tre

possibilità: può inoltrare comunque l'Isee, fornendo la documentazione che dimostri quanto dichiarato, presentare una nuova richiesta rettificata o chiedere una rettifica al Caf, nel caso quest'ultimo abbia commesso un errore.

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