Riforme, Tesoro prudente sui fondi

Franco: "Le entrate finanzieranno le spese". Oggi incontro con Orlando sul welfare

Riforme, Tesoro prudente sui fondi

L'assist migliore l'ha fornito il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. «Secondo le valutazioni attuali, la crescita si rafforzerebbe con decisione nel secondo semestre; nella media dell'anno potrebbe toccare valori intorno al 5%, consentendo un recupero di oltre metà della caduta del Pil registrata nel 2020», ha detto nel suo intervento all'assemblea dell'Abi, anticipando i contenuti del Bollettino economico ma precisando che «l'incertezza resta elevata». Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, che ha preso la parola dopo il numero uno di Palazzo Koch, ha precisato che «prima della crisi pandemica la crescita potenziale era stimata allo 0,6% l'anno, ma con il completamento degli investimenti e riforme previsti dal Pnrr potrebbe salire all'1,4% con il recupero dei livelli di attività pre-pandemia «entro il terzo trimestre 2022». Pertanto, un incremento del Pil «pari o superiore al 5% appare raggiungibile».

Ma dinanzi alla platea virtuale dei banchieri (l'evento si è svolto in streaming) il ministro dell'Economia ha parlato soprattutto di riforme. Quella del fisco «dovrà puntare a sistema più semplice e più coerente con le esigenze del sistema produttivo e meno oneroso», ma in ogni caso «resta l'esigenza che ogni riforma sia attuata in un contesto prospettico di equilibrio del bilancio pubblico». Insomma, anche se la politica di bilancio continuerà a essere espansiva anche nel 2022, l'utilizzo delle risorse sarà cauto e dunque non saranno impegnati quei 40 miliardi che il taglio dell'Irpef e la cancellazione di Irap e microtasse richiederebbe. «Nel medio termine le entrate dovranno finanziare strutturalmente le spese», ha concluso il titolare del dicastero di Via XX Settembre.

Questa ipoteca ha reso «interlocutorio» (copyright del numero uno Cisl Luigi Sbarra) l'incontro di ieri sera tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e i segretari di Cgil, Cisl e Uil sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Di fatto l'unica comunicazione effettuata è che non si potrà assumere nessuna decisione prima dell'incontro odierno tra Orlando e Franco sulla quantificazione degli stanziamenti disponibili per i nuovi strumenti di welfare. Resta così agli atti il monito del segretatrio della Uil, Pierpaolo Bombardieri. «Chiediamo che gli ammortizzatori sociali siano garantiti a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori e perciò servono investimenti», ha ribadito. Al momento, intanto, l'unica cifra «ufficiale» a disposizione del fondo ad hoc per i nuovi strumenti di protezione sociale è quella legata alla sospensione del cashback, per un totale di 1,5 miliardi di euro, ben al di sotto dei 10 miliardi di euro che servirebbero a regime.

L'obiettivo è estendere le tutele sociali anche ai lavoratori di micro-imprese (sotto i 5 dipendenti) oggi del tutto «scoperte». Per questo sui tavoli tecnici si è cercato di trasformare in senso solidaristico i fondi bilaterali prevedendo anche un superfondo a sostegno di eventuali situazioni di crisi.

Tra gli obiettivi anche quello di allargare alla cassa integrazione straordinaria alle imprese fino a 15 dipendenti. L'idea resta quella di superare la cig in deroga, mentre per la cig ordinaria si punta a nuovi massimali salariali avvinandoli a quota 2mila euro.

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