Il riscatto negli Stati Uniti punta tutto su Jeep e Ram. In bilico il marchio Chrysler

Voci di un interesse della Cina per il brand

Il riscatto negli Stati Uniti punta tutto su Jeep e Ram. In bilico il marchio Chrysler
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Conto alla rovescia sulla riorganizzazione delle attività americane di Stellantis. L'ad Carlos Tavares si trova ad Auburn Hills, il quartier generale del gruppo poco distante da Detroit, nonché già sede storica della Chrysler e, fino a quando è esistita, di Fca Usa. L'ad ha riunito il management con il capo del mercato, Carlos Zarlenga, e la new entry Tim Fallon, già vicepresidente e capo della produzione di Rivian, esperto in veicoli elettrici.

Sarà lui a occuparsi dei lanci dei modelli dotati della sola batteria (sempre che Donald Trump non torni alla Casa Bianca) di Jeep e Dodge.

Negli Usa, Stellantis è alle prese con un calo delle vendite, Canada incluso, con i due marchi principali - Jeep e Ram - che arretrano rispetto al 2019. Arrabbiati sono anche i concessionari Fiat su quel mercato: un solo modello, cioè la 500 elettrica, non può più bastare a fronte degli investimenti fatti. I media d'Oltreoceano, insieme a rimarcare il mea culpa recitato dall'ad (prezzi eccessivi, scarsa lungimiranza e anche una riconosciuta arroganza), si attendono tempi duri. In vista ci sarebbe una ristrutturazione con nuovi possibili tagli e anche la potenziale eliminazione di marchi. Più a rischio, in proposito, sembrerebbe quello storico di Chrysler, ridotto da tempo, come è stata Lancia in Italia, con un solo modello: il minivan Pacifica. Ci sarebbero addirittura voci di interessamenti cinesi. Per Chrysler, se arriverà il momento, non saranno decisioni facili da prendere. Il marchio, infatti, rappresenta una parte di storia degli Stati Uniti.

Toglierlo di mezzo (o cederlo tout court a un gruppo extra Paese) determinerebbe una sollevazione generale. Un miracolo «Marchionne bis», con la nascita di Fca nel rispetto della parte Usa, non sarebbe replicabile. Tavares, con il quale il sindacato Uaw è subito entrato in polemica, dovrà guardarsi da azioni che toccano la sensibilità americana.

A Stellantis viene rimproverato, e ne sta pagando le conseguenze, l'aumento dei prezzi nel tentativo di far salire i margini. Fatti, questi, avvenuti in un momento in cui l'inflazione e la crescita dei tassi di interesse hanno costretto i consumatori a riconsiderare le proprie abitudini anche nel cambio dell'auto.

Tavares attribuisce questi problemi a un mix di diversi fattori, come gli elevati inventari di veicoli, i problemi di produzione e una mancanza di sofisticatezza nel modo in cui ha affrontato il mercato locale. Secondo un rapporto di Automotive News, il top manager ha anche sottolineato le inefficienze in due importanti stabilimenti (non specificati), mentre in luglio ha annunciato pubblicamente un basso tasso di esecuzione presso il suo impianto di assemblaggio di Sterling Heights, nel Michigan.

Tutto questo è avvenuto in un momento in cui

l'inflazione e l'aumento dei tassi di interesse hanno costretto i consumatori americani a riconsiderare le proprie abitudini. I listini, a questo punto, dovranno assolutamente scendere e la qualità dovrà velocemente salire.

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