Il rosso cala a 1,4 miliardi il trimestre ritrova l'utile e il titolo scatta: +3,3%

Nel piano triennale 31,6 miliardi (-8%) di investimenti. Confermati i dividendi

Londra Eni festeggia il primo trimestre in utile dopo cinque consecutivi in rosso e un piano industriale all'insegna della crescita prudente. E le Borsa approva: il titolo ha guadagnato il 3,3% a 15 euro. Il Cane a sei zampe ha chiuso il quarto trimestre 2016 in utile netto adjusted (al netto di parti straordinarie) di 0,46 miliardi, superiori alle attese di mercato. E con una perdita netta consolidata annuale di 1,4 miliardi, ridotta dal rosso di 8,7 del 2015, e quasi in pareggio se calcolata adjusted (- 0,34 miliardi).

Quanto al futuro, il piano è focalizzato «su progetti ad alto valore e con rapidi ritorni». La prudenza, d'altronde, è d'obbligo in uno scenario di greggio low cost. Più in dettaglio il top management ha previsto, nell'arco di piano, una generazione di flussi di cassa di oltre 20 miliardi, un cash flow operativo di 47 miliardi e una ulteriore contrazione degli investimenti pari, nell'arco del piano, a 31,6 miliardi (-8% rispetto alle precedenti previsioni), da operarsi prevalentemente nell'ambito della produzione di idrocarburi (il cosiddetto upstream che comunque continuerà a crescere del 3% fino al 2025) e dell'esplorazione. In agenda poi dismissioni per 5-7 miliardi (escluse la quota residua in Saipem e le attività nel settore chimico), provenienti da quote di giacimenti di cui Eni ha la maggioranza e da attività nell'esplorazione.

«Dopo due anni di bassi investimenti e di sfiducia nell'industria del petrolio a livello globale, ora ci aspettiamo un lento aumento dei prezzi del petrolio fino a 70 dollari a barile nel 2020 (il Wti, ovvero il greggio Usa, quota a 53,8 dollari ndr). Nonostante ciò continueremo ad avere un approccio prudente e terremo la nostra capex cash neutrality (ovvero la copertura degli investimenti con mezzi propri) sotto i 45 dollari a barile», l'ad Claudio Descalzi assicurando che «la flessibilità finanziaria garantirà la sostenibilità della nostra politica di remunerazione in uno scenario di prezzi del petrolio bassi e ci permetterà di cogliere le opportunità che si presenteranno».

Eni ha infatti confermato un dividendo sul 2017 a 0,8 euro per azione, in linea con la cedola pagata sul 2016 e ha assicurato una politica di retribuzione progressiva «in linea con la crescita degli utili e con la variabilità dello scenario».

Per gli analisti il titolo è buy: Jefferies, Royal Bank of Canada e Kepler Cheuvreux confermano la raccomandazione di acquisto con un target a 18 euro, mentre per Icbpi l'obiettivo di prezzo è posto a 17 euro e per Equita a 16,5 euro.

CM

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