È stato un mercoledì da incubo per Saipem che in poche ore ha bruciato 4,7 miliardi di capitalizzazione (a 8,8 miliardi dai 13,5 della vigilia) scendendo fino a 20 euro per azione, in calo del 34%, sui livelli del 2009. Giornata da dimenticare anche per Eni (cui fa capo il 42,9%) che ha chiuso a 18,4 euro (-4,7%). E Piazza Affari si è tinta di giallo.
Nel giro di soli due giorni (lunedì e martedì) Bank of America Merrill Lynch (Bofa) ha frettolosamente (attraverso un accelerated book building a 31 euro, scontato rispetto alla chiusura di 31,56) collocato il 2,3% del capitale di Saipem per conto di non meglio precisati investitori istituzionali. Subito dopo, martedì sera, è arrivata una inattesa e pesante revisione della redditività sul 2012 e 2013, che è stata dimezzata, da parte del gruppo. Infine, per chiudere il cerchio in bellezza, ieri la stessa Bofa ha usato la scure sul rating del titolo (underperform da buy). Certo quest'ultimo non è stato un caso isolato visto il taglio dei profitti: sono stati addirittura 11 i broker a bocciare Saipem all'indomani dell'allarme sugli utili (tra cui Banca Akros a sell da buy, Deutsche Bank a hold da buy, Mediobanca a underperform da neutral). Ma forse da chi ha collocato 10 milioni di titoli, pur se per conto altrui, ci si poteva attendere un atteggiamento diverso.
Tutto chiaro? Proprio per niente. Il sospetto che qualcuno fosse in possesso di informazioni riservate è più che fondato. E infatti Consob ha acceso un faro sull'andamento anomalo del titolo e sul collocamento di lunedì sera a poche ore dall'allarme sugli utili. Sono in corso accertamenti per verificare eventuali condotte illecite e responsabilità relative all'ennesimo caso in cui il mercato di fatto è rimasto con il cerino in mano a seguito di un abuso. La caccia ai colpevoli è appena iniziata. Il primo indiziato è stato l'inglese Fidelity (al 2,6% del capitale di Saipem e, al di là di Eni, unico azionista visibile nelle rilevanze di Consob). Ma a stretto giro di posta è arrivata la secca smentita. «Poiché sul mercato c'è stata disinformazione, ci preme chiarire che non abbiamo collocato il 2,3% di Saipem» ha dichiarato Tom Stevenson, capo della comunicazione di Fidelity. In realtà Fidelity potrebbe non essere l'unico investitore al di sopra della soglia di visibilità fissata al 2%: gli istituzionali non hanno obbligo di comunicare movimenti sotto il 5. Per conoscere cosa è davvero accaduto in questi giorni sul gruppo petrolifero, occorrerà armarsi di pazienza. «Ci vorrà tempo, ma Consob chiarirà la situazione» fanno sapere fonti vicine all'Autorità.
Quanto ai numeri di certo non sono entusiasmanti. Martedì, a mercato chiuso, Saipem ha annunciato il taglio delle attese sul 2012 (ebit visto a 1,5 miliardi dagli 1,6 miliardi previsti in precedenza e utile a 900 milioni da una stima di miliardo) e ancora di più le previsioni sul 2013. Il gruppo per l'esercizio in corso si attende ricavi per circa 13,5 miliardi, un ebit di 750 milioni (da 1,6 miliardi) e un utile di 450 milioni (rispetto ad una stima media di un miliardo).
L'aggiornamento delle previsioni è legato sia alla minore incidenza quest'anno dei contratti più remunerativi (Baltico, Africa Occidentale eMar Caspio) sia a un atteggiamento più prudente del nuovo Ceo Umberto Vergine. Da queste indicazioni gli analisti ne hanno dedotto che i costi delle attività esplorative, in precedenza, potrebbero essere stati sottostimati e che soprattutto lo scandalo algerino potrebbe avere un costo non indifferente in termini di accantonamenti (350 milioni secondo Mediobanca). La Procura di Milano sta indagando l'ex ad Tali per presunte tangenti pagate per ottenere contratti nel Paese maghrebino.
Mentre due anni fa Saipem e Eni hanno transato 350 milioni con la giustizia Usa per un caso di corruzione in Nigeria. A questo proposito, il cfo di Eni, Massimo Mondazzi, ha anticipato che l'effetto-Saipem sui conti 2013 sarà di circa 200 milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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