Chi sgarra paga: blocco totale del conto corrente e restituzione della somma indebitamente percepita da chi usufruisce del reddito di cittadinanza senza averne diritto "dimenticandosi" di informare lo Stato di avere un nuovo lavoro.
Cosa ha deciso la Cassazione
Lo ha certificato anche la Cassazione che, con una sentenza, ha stabilito la legittimità del sequestro del conto per chi non avrà il diritto ad usufruire del sussidio statale. Nel caso specifico riportato da Laleggepertutti, gli Ermellini si sono occupati del caso di una donna che aveva fatto ricorso contro il sequestro del proprio conto anche se aveva continuato a percepire il RdC pur avendo un lavoro da dipendente. Ovviamente, non solo il ricorso è stato respinto ma i giudici hanno stabilito che "devono essere confiscate le somme a credito erogate dall’Inps ed incassate indebitamente. Inoltre - si legge ancora - è stato escluso che la donna non fosse al corrente dell’obbligo di dichiarare la variazione del suo reddito". La lavoratrice sapeva ma ha fatto finta di non sapere che, dal momento in cui ha iniziato il nuovo lavoro, lo avrebbe dovuto comunicare immediatamente all'Inps che avrebbe interrotto l'erogazione dell'aiuto. Invece no, tutto come se niente fosse e doppio stipendio in saccoccia.
"Qualora il profitto derivante dal reato sia costituito da denaro - spiega la Cassazione, la confisca viene eseguita, in ragione della natura del bene, mediante l’ablazione del denaro comunque rinvenuto nel patrimonio del soggetto fino alla concorrenza del valore del profitto medesimo e deve essere qualificato come confisca diretta e non per equivalente". Quindi, tutto ciò che è stato percepito indebitamente subisce il sequestro sul conto in banca.
Cosa stabilisce la nuova Manovra
Come ci siamo occupati sul Giornale.it, secondo la nuova bozza della Manovra per il 2022, il reddito di cittadinanza decade se vengono rifiutate due proposte di lavoro consecutive (prima erano tre). Inoltre, ci saranno tagli di 5 euro sull'assegno dopo sei mesi dall'inizio del sussidio. Obbligo di presenza, poi, per chi non può lavorare ma è destinatario del Patto per l’inclusione sociale: almeno una volta al mese dovrà presentarsi presso i servizi di contrasto della povertà in modo da consentire una verifica sulle sue condizioni. L’assenza non giustificata equivale, anche in questo caso, alla perdita del sussidio.
Per evitare che accadano altre situazioni inverosimili come tutte le notizie di cui abbiamo scritto sul Giornale.it, saranno rafforzati i controlli per evitare che il reddito di cittadinanza finisca nelle casse di chi non ne avrà diritto.
I Comuni saranno chiamati controllare dettagliatamente anagrafe, residenza e soggiorno anche "preventivi e successivi entro 90 giorni": se non lo fanno, il rischio è di danno erariale (verso lo Stato). Dovrà fare la sua parte anche l'Inps per verificare che ci siano i giusti requisiti patrimoniali "indicati nella dichiarazione sostitutiva unica" facendo attenzione ai beni che si posseggono all'estero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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