Il governo ci tiene a sbandierare in giro che il cuore della manovra sarà la riduzione del cuneo fiscale, con maggiori detrazioni per i lavoratori dipendenti. In realtà, all'interno del pacchetto che verrà licenziato domani dal Consiglio dei ministri, ci saranno anche la rimodulazione dell’Iva (forse con l’arrivo della quarta aliquota) e la definizione della nuova service tax. Ed è proprio quest'ultimo balzello a preoccupare maggiormente. Perché, stanto alle indiscrezioni pubblicate oggi dal Corriere della Sera, i tecnici del ministero dell'Economia starebbero vagliando l'ipotesi di una mini patrimoniale per far cassa e far rientrare i conti pubblici in quel 3% imposto dall'Unione europea.
La legge di Stabilità inizia a prendere forma. Come sempre gli ultimi giorni sono quelli in cui si decide con molte misure che vanno e vengono dal pacchetto che approderà concretamente sul tavolo di Palazzo Chigi. Tanto che lo stesso premier Enrico Letta ieri ha usato Twitter per invitare alla calma: "Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti su Legge Stabilità. Invito a leggere testo vero del Cdm martedì. Il resto è solo caos...". Un messaggio che potrebbe essere rivolto non solo ai giornalisti ma anche all’interno dell’esecutivo per frenare possibili indiscrezioni. Eppure, anche nell’incertezza degli ultimi giorni, la mappa delle misure sono già sul tavolo di Palazzo Chgi. Per quanto riguarda la service tax, secondo fonti governative sentite dall'Ansa, il governo starebbe ancora lavorando all’individuazione dell’aliquota massima. E non è chiaro se la promessa "la service tax sarà meno della metà di Imu e Tares insieme" potrà essere mantenuta data la situazione dei Comuni e gli ulteriori tagli arrivati con la manovrina. Secondo quanto anticipato dal Sole24ore, si ipotizza una aliquota di partenza del 3 per mille o, in alternativa una tassa di 30 centesimi a metro quadro. Ad ogni modo, i comuni potranno aumentare il carico fiscale purché la somma tra patrimonio e imposta su servizi e rifiuti non superi il tetto massimo dell'attuale Imu, ovvero il 10,6 per mille per gli immobili diversi dall'abitazione principale o il 7,6 per mille per le prime case. "Senza tagli di spesa, impossibili sgravi a famiglie e imprese; chiederemo più sacrifici allo Stato che ai comuni", ha assicurato il ministro per i Rapporti col parlamento Dario Franceschini spiegando, in una intervista alla Stampa, che dovrà essere "più lo Stato a dare in termini di contenimento della spesa, del sistema dei comuni e delle regioni".
E i tagli promessi? Per quanto riguarda il cuneo fiscale l'esecutivo ipotizza un intervento che alla fine si concretizzerebbe in 200-300 in unica soluzione in più in busta paga (a primavera) nel 2014. L’intervento complessivo sarebbe sui 10 miliardi in tre anni a scalare: 5 nel 2014, 3 nel 2015, 2 nel 2016. Un punto ancora da definire, ma che risulta fondamentale per la ripresa economica del Paese, è la struttura del cuneo fiscale a favore delle aziende. Secondo indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, il "cuore della manovra" non dovrebbe interessare tutte le imprese, ma solo quelle che investono o assumono.
"Vogliamo di più rispetto ai 3 miliardi di euro di riduzione del cuneo fiscale", ha commentato il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni invitando l'esecutivo a tassare maggiormente le rendite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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