Quando una multinazionale specializzata in servizi ad alta tecnologia decide di chiudere la propria filiale italiana cosa significa? Che non si fida più del nostro Paese. E quanto ha deciso Fujitsu, famosa realtà del Sol Levante, che ha comunicato ufficialmente di volerci lasciare: addio a Milano, sede del Gruppo, uno smacco per quella che è la città decisamente più avanti e non lo dico per campanilismo. La multinazionale ha confermato la sua presenza in Francia, Germania, Spagna, Portogallo.
Leggo le motivazioni: l'Italia è oggettivamente distante dalla visione di crescita del gruppo nipponico così fortemente concentrata sui servizi ad alta tecnologia. Tradotto: il nostro Paese non offre alle imprese globali alcuna garanzia in materia di crescita. Qui si decresce, nella totale incoscienza di un esecutivo che perde tempo a litigare, a fare del male all'economia reale (famiglie e imprese). Questa chiusura avrà un impatto negativo immediato sui 200 dipendenti. Detto che occorre fare il possibile affinché le maestranze vengano ricollocate nel più breve tempo possibile e che anche la multinazionale giapponese è chiamata a non far mancare il suo impegno per trovare soluzioni ragionevoli, la vicenda è l'ennesimo cattivo segnale.
L'Italia non attrae investitori e le realtà internazionali più evolute non si accontentano di vivacchiare: salutano e se ne vanno in altri Paesi più sensibili ad attuare politiche industriali concrete e a lungo respiro per le imprese che intendono crescere costruendo relazioni solide nei territori. Da noi è impossibile perché siamo sempre in campagna elettorale e dove le scelte politiche sono orientate a favore di questa o quella categoria.
Non c'è visione. Mancano programmi almeno a quattro anni. Adesso, poi Marina Berlusconi dice che ci vorrebbe uno choc per l'economia. È vero. Il problema è che di scioccante c'è solo il nulla governativo!www.pompeolocatelli.it
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