Unrae, l'associazione delle Case automobilistiche estere importatrici in Italia, perde un socio di peso: è Psa, gruppo che dal 16 gennaio è confluito con Fca in Stellantis. L'uscita di scena dei francesi - con Peugeot, Citroën, DS e la tedesca Opel - era nell'aria. Stellantis, a questo punto, dopo che la ex Fiat (poi diventata Fca) nel 2011 aveva abbandonato Confindustria (e quindi Anfia, l'associazione della filiera italiana) ha di fatto applicato la strategia del partner italo-americano. E per non rompere del tutto con Unrae, potrebbe servirsi, seguendo l'esempio di Fca con Anfia, di servizi specifici.
In una lettera che il presidente di Unrae, Michele Crisci, ha inviato ieri ai legali delle aziende associate, di cui il Giornale è venuto in possesso, viene precisato che «le dimissioni hanno avuto effetto l'1 maggio, un mese dopo la comunicazione di Stellantis di aver deciso di lasciare l'associazione». Crisci scrive anche che «i rapporti con Stellantis proseguiranno nello spiriro di collaborazione che ha sempre caratterizzato i rapporti con Fca a vari livelli e in molteplici ambiti, incluso quello delle relazioni istituzionali, a maggior ragione ora che nello stesso gruppo sono confluite le attività dell'ormai ex Groupe Psa».
Il mantenimento da parte di Stellantis di alcuni servizi erogati da Unrae, attenuerebbe la futura perdita economica, come quota associativa, per l'uscita di scena. Il dovuto per il 2021, comunque, non subirà variazioni.
Intanto, torna alla ribalta
l'ipotesi di una unione delle realtà associative italiane (Unrae, Anfia e Federauto, per i concessionari) con la creazione di un soggetto unico pronto ad affrontare con più forza tutti i delicati temi della «nuova» mobilità.
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