"Sull'industria del mare l'Europa ha fallito"

I duri attacchi del presidente Messina, Aponte (Msc) e Bono (Fincantieri)

Il mondo dello shipping va in pressing sul futuro commissario Ue ai Trasporti e invoca, da subito, «un tavolo permanente» che indichi le regole del gioco nel quadrante dei trasporti e delle infrastrutture. Convitati speciali: politica, industria e massimi esponenti dello shipping. All'Annual Meeting di Assarmatori - l'associazione che raggruppa i principali armatori italiani e internazionali - il presidente Stefano Messina chiede un deciso cambio di rotta all'Europa, ma anche la messa a punto di una formula italiana «per essere protagonisti e non soggetti passivi sulla Via della Seta lanciata dalla Cina». Si tratta di un vero e proprio atto d'accusa contro l'Europa «matrigna» che ha fallito sulla politica marittima e del Mediterraneo intero.

Drammatiche le conseguenze che hanno accentuato in modo fin troppo palese le distorsioni di trattamento a favore dei Paesi del Nord Europa. «L'Ue - spiega Messina - eroga finanziamenti predominanti alle compagnie che collegano porti del Mar del Nord e del Baltico con la motivazione che uniscono, anche con distanze minime, porti di diversi Paesi Ue, ma non riconosce analogo trattamento all'Italia».

Poi l'affondo: «Siamo di fronte a un'emergenza alla quale la nuova Commissione Ue non può sottrarsi. La Cina - aggiunge Messina - è un'opportunità, ma vorrei ricordare ai nostri amici cinesi che qui vigono le regole dell'economia di mercato. Sia il governo nazionale sia le istituzioni europee esercitino le loro prerogative per proteggere gli operatori già attivi in questo mercato da quelle iniziative che non rispettano le regole che ben conosciamo».

Un altro affondo arriva da Gianluigi Aponte, patron del gruppo Msc: «Tra Usa e Cina noi dobbiamo fare blocco con Trump. La Cina non prenderà nessun sopravvento, non possono farlo. Non si è ancora capito che è proprio la Cina ad avere bisogno di noi, non noi dei cinesi».

Durissimo il j'accuse di Giuseppe Bono, ad Fincantieri, che ha definito «sovietica» la politica Ue: «Hanno ingessato la politica economica, e questo è molto dannoso. Vorrei ricordare, ad esempio, che da mesi siamo fermi sull'operazione Stx in attesa che l'Europa si pronunci...».

Per la cronaca, l'industria del

mare vale il 3% del Pil. Il che significa 45 miliardi di euro e lavoro per oltre 880mila italiani. Con l'indotto il fatturato vola a circa 130 miliardi, mentre l'altro grande comparto, l'automotive, si ferma a 93 miliardi.

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