Debutto amaro ieri a Wall Street per Stevanato Group, eccellenza farmaceutica italiana che ha scelto di quotarsi sul Nyse. Il titolo del leader negli imballaggi medicali controllato dall'omonima famiglia (all'83,7% del capitale) ha aperto le contrattazioni a 16,65 dollari, ben sotto i 21 dollari del collocamento che, a sua volta, era avvenuto nella parte bassa della forchetta iniziale (compresa tra 21 e 24 dollari). Alle 20.00 ore italiane, quotava 18,5 dollari. Wall Street quest'anno non ha portato fortuna neppure a Drs (gruppo Leonardo) il cui collocamento, previsto a marzo, è stato posticipato a data da destinarsi.
Nonostante il flop iniziale, l'operazione è stata da record tra le società tricolori (da ieri 17) che hanno scelto, quasi sempre con il dual listing, New York come patria di adozione. Prima di Stevanato, infatti, nel corso degli anni, ci sono state solo Enel e Ferrari per dimensioni. L'Ipo di Stevanato è infine la prima in cui una società Italia ha quotato le proprie azioni a Wall Street senza utilizzare l'American Depository Receipt (Adr) o società costituite all'estero.
Più in dettaglio, il gruppo farmaceutico veneto fondato nel 1949 e tra i principali produttori al mondo nella produzione di fiale e siringhe di vetro (fornisce prodotti per il 90% dei programmi vaccinali in commercio), ha collocato 32 milioni di azioni a 21 dollari ciascuno per una raccolta di 672 milioni e una valutazione complessiva di 6,3 miliardi, pari a otto volte il giro d'affari che lo scorso anno si è attestato a 662 milioni di euro (dai 537 milioni del 2019) e 27,5 volte il margine operativo lordo (194 milioni di euro dai 138 del 2019). Multipli a sconto rispetto alla concorrente West Pharma.
«È un onore per Stevanato unirsi al Nyse e iniziare un nuovo capitolo della nostra storia» ha dichiarato Franco Stevanato, presidente esecutivo del gruppo e terza generazione della famiglia, per poi proseguire: «Oggi la quotazione è il logico passo che permette al gruppo di rafforzare l'offerta integrata, aumentare la penetrazione tra i diversi segmenti di mercato e, in ultimo, accelerare la crescita».
La scelta del Nyse (al posto del listino milanese) per l'operazione oltre a un ritorno di visibilità, permette a Stevanato rapporti ancora più ravvicinati con i principali gruppi biotech. Non solo. Con l'Ipo, come si legge nel prospetto, Stevanato punta a rafforzare gli impianti in Indiana negli Usa e a Zhangjiagan in Cina, oltre che espandere la produzione di Piombino Dese in Italia e a ricercare acquisizioni strategiche che amplino l'offerta, la ricerca tecnologica e la presenza internazionale.
Quanto al futuro per gli esperti il mercato presidiato dal gruppo è in
piena espansione, senza considerare che la società è ben esposta per beneficiare dell'innovazione farmaceutica, dell'accelerazione dei programmi vaccinali e del trend secolare legato all'invecchiamento della popolazione.
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