Meno tasse sulle persone, più sui consumi. Cioè meno Irpef e più Iva. È il piano di Giovanni Tria che in un'intervista al Messaggero difende il Def presentato nei giorni scorsi dal governo.
Per il ministro dell'Economia il taglio dell'Irpef è "un atto di giustizia necessario, soprattutto per i ceti medi che per anni hanno subito gli effetti dannosi di un 'fiscal drag', in particolare negli anni di alta inflazione, da tutti contestato ma che nessuno ha mai provveduto ad attenuare". Tria ha per questo sottolineato che il governo interverrà "sicuramente", ma "il come lo vedremo in autunno" (quando cioè sarà varata la prossima legge di bilancio).
Parallelamente, però, il titolare del dicastero sembra tifare per un aumento dell'Iva: "Su questo argomento mi limito a dire che nel 2006 ho ricevuto un premio giornalistico per un articolo nel quale spiegavo le virtù di un’imposta più spostata sui consumi che sulle persone", dice, "E qui mi fermo, perché si tratta di una posizione
scientifica non di una decisione politica. In ogni caso nel Def vi sono indicazioni sui tagli di spesa che, insieme a un Pil che ci aspettiamo in crescita, potranno aiutare senza aggiungere squilibrio ulteriore al debito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.