Da Brindisi a Chicago. La strana storia che nelle ultime ore sta coinvolgendo l'americana Boieng e l'italiana Leonardo passa da una piccola società pugliese, la Manufacturing Processes Specification (Mps) srl: un subfornitore di Leonardo che, secondo il Wall Street Journal, sarebbe il responsabile di alcuni difetti tra i componenti Boeing. Non certo la prima anomalia per il gruppo Usa. Ma l'ennesima di una serie di problematiche che hanno portato alla luce questa storia la cui ricostruzione non è proprio quella della prima ora, che giovedì 14 ottobre ha causato per Leonardo un crollo del 7% a Piazza Affari.
Dopo le annose vicende dei due disastri aerei del 737 Max targato Boeing alla fine del 2018 e all'inizio del 2019, le autorità di regolamentazione della sicurezza aerea Usa hanno iniziato ad aumentare la supervisione sul colosso, tanto che da tempo il Boeing 787 Dreamliner è sotto la lente di ingrandimento della Federal Aviation Administration. Boeing, che arriva da un periodo non facile (ha chiuso il 2020 con 12 miliardi di dollari di perdite), sta cercando di ripristinare la reputazione della società, in particolare sul fronte della sicurezza. Impresa complessa, anche dopo i fatti di cronaca sul ritrovamento di varie bottiglie di tequila nel futuro Air Force One in costruzione per la Casa Bianca.
Ecco allora che dall'altra parte dell'Oceano rimbalza all'improvviso la notizia secondo cui alcune parti difettose del Boeing 787 arriverebbero da Leonardo, tramite il subfornitore Mps srl. Leonardo fa sapere che «il suddetto subfornitore è sotto indagine da parte della magistratura per cui Leonardo risulta parte lesa e pertanto non si assumerà potenziali oneri a riguardo». Inoltre, «Mps srl non è più fornitore di Leonardo». Un chiarimento che, però, non ha molto rassicurato analisti e mercato. E questo perché sfuggono alcuni dettagli importanti: in primis che il subfornitore è stato qualificato anche da Boeing, insomma analizzato e approvato dalla stessa società, che dà però la responsabilità a Leonardo. Inoltre la stessa Boeing si è rifornita da Mps srl anche in modo diretto e non solo tramite Leonardo. Ultimo dettaglio non da poco, questi componenti non avrebbero a che vedere con la sicurezza. Secondo quanto riferito da persone vicine ai fatti, «sia la società che le autorità di regolamentazione hanno stabilito che il nuovo difetto non rappresenta un rischio urgente per la sicurezza degli aerei attualmente in volo». Dettagli che ridimensionano i fatti, ma sono anche il segno del sentiment del momento, in particolare tra Leonardo e Boeing. C'è da dire poi che proprio Boeing è alle prese con un mercato sempre più selettivo e con una agguerrita competizione, anche da parte dei player europei, che non permette altri passi falsi. Da qui il probabile rimpallo di responsabilità.
Ed è in questo contesto che si inseriscono anche le problematiche a Grottaglie, lo stabilimento che appartiene alla divisione Aerostrutture del gruppo guidato da Alessandro Profumo, che costruisce due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio per il Boeing 787. Nello stabilimento di Grottaglie (con 1.300 dipendenti diretti) il lavoro è sospeso da prima di agosto a seguito del piano di chiusura collettiva. L'11 ottobre l'azienda ha confermato che intende gestire il vuoto lavoro del prossimo anno facendo ricorso alla Cigo.
Resta poi il giallo di come sia possibile che colossi del calibro di Boeing possano «qualificare» questa srl di recente costituzione come subfornitore. Guardando il bilancio 2019, emerge infatti che la società nasce nel 2014 con 35 dipendenti totali e ora è inattiva e sotto sequestro.
Altro dubbio resta sulle commesse ottenute da questa società visto che nella nota integrativa al bilancio si legge che «seguendo il trend del 2018 e del 2019 la Mps srl ha concluso tre contratti molto importanti con Leonardo Aerostrutture, Figeac Francia e Leonardo Divisione Elicotteri (). E che lo sviluppo del mercato si è arricchito anche di un nuovo accordo per la produzione dei macchinari del nuovo satellite Thales Alenia Space».
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