Dei bitcoins si sente parlare sempre più spesso. È una «valuta virtuale» che circola bene sul web. Ha una sua valutazione, che poi sarebbe il «tasso di cambio» che è andata alle stelle: se un anno fa l'unità virtuale quotava circa 800 dollari, la scorsa settimana è arrivata fino oltre gli 11mila, in giornate di volatilità estrema, oscillando poi fino a 9mila. Il numero della principale banca italiana, Carlo Messina, ha messo in guardiai risparmiatori: «È una bolla speculativa, serve una regolamentazione». Ma di cosa stiamo realmente parlando? Ecco, in tredici domande e risposte, tutto quello che c'è da sapere sui bitcoin.
COSA SONO?
Se non si è geek, programmatori o informatici, è difficile avvicinarsi anche lontanamente alla comprensione tecnica dei bitcoin, il primo mezzo di pagamento creato elettronicamente (si estraggono dati dalla rete, attraverso il cosiddetto mining). Con una certa approssimazione i bitcoin possono essere definiti come impulsi elettrici frutto di complicati algoritmi e completamente indipendenti da Stati e banche che prendono la forma di una stringa numerica anonima. Come l'oro i bitcoin sono rari e non duplicabili (grazie alla tecnologia della blockchain che registra ogni transazioni).
QUANTI BITCOIN CI SONO?
Oggi sono stati estratti 16 milioni circa di bitcoin che valgono in tutto 176 miliardi di dollari (Apple per dire, capitalizza 878 miliardi di dollari. Eni 50). Il numero massimo previsto dal sistema è limitato a 21 milioni e sarà raggiunto attraverso un processo di estrazione sempre più lento.
COS'HANNO DI SPECIALE?
Al di là della performance, i bitcoin affascino per la loro storia che affonda le radici nel mito (li avrebbe creati, nel 2009, un personaggio leggendario, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto), per la filosofia di una economia priva di intermediari e controllata dalla sola rete e, infine, per le innumerevoli opportunità aperte ai geek dalla tecnologia blockchain.
DOVE SI COMPRANO?
Non esistono intermediari ufficiali: occorre alzare i livelli di attenzione e, prima di procedere, informarsi sui venditori. Si possono comprare da privati o da exchange, ovvero siti web che agiscono da agenti di cambio acquistando e dagli utenti e rivendendo bitcoin. Una volta acquistati, i bitcoin si trasferiscono su un portafoglio elettronico (wallet, applicazioni o software che fungono da conto corrente) o, se si tratta di cifre importanti, su una chiavetta off line che consente di custodire lontano dalla rete e dai potenziali hacker i propri risparmi. I bitcoin possono poi essere comperati presso sportelli Atm presenti in Italia in Trentino, a Milano, Torino, Firenze e Udine.
COME SI USANO?
Generalmente le operazioni sono eseguite attraverso il wallet. Per praticità esistono anche carte di credito pepagate (come la Xapo sul circuito Visa) dove depositare bitcoin per poi pagare in euro.
QUALI SONO LE ALTRE UNITÀ DI MISURA?
Posto che per un bitcoin occorrono ormai circa 10mila dollari, è bene familiarizzare con valori alla portata dei portafogli comuni: millibitcoin (mBTC), microbitcoin (uBTC) e i satoshi, rispettivamente pari a 0,001, 0,000001 e 0,000000001 bitcoin.
COSA SI PUÒ COMPRARE?
Dalla corsa in taxi su Roma al viaggio spaziale promosso, per una data da destinarsi, da Virgin Galactic. Si possono acquistare oggetti d'arte in asta a Torino (la Sant'Agostino), immobili a Roma (gruppo Barletta), abiti su misura made in Italy (Lanieri) e brindare ai rialzi dei bitcoin a Mani al Cielo, bar storico di Rovereto che ha creato una bit economy completa, pagando dipendenti e fornitori che lo desiderano con la criptovaluta, accettando pagamenti in moneta digitale e ospitando addirittura uno sportello Atm nel locale per avvicinare i più timidi.
È LEGALE?
In Italia accettare bitcoin come forma di pagamento è legale e, secondo quanto dichiarato dall'avvocato Andrea Missaglia consulente di Altro Consumo, equiparato al baratto.
Non è così ovunque e lo scenario potrebbe cambiare. Arabia Saudita, Kyrgystan, Ecuador Bangladesh e Bolivia, ad esempio, hanno dichiarato la cripto valuta illegale.
E LE TASSE?
Fiscalmente l'Agenzia delle Entrate è stata chiara: i guadagni generati dalla rivalutazione dei bitcoin non sono tassati e, stando a quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue, la conversione delle valute non è soggetta a Iva. Si tratta peraltro di scenari che possono mutare velocemente.
È UN INVESTIMENTO SICURO?
Per niente. Non c'è alcuna garanzia che nei prossimi giorni i bitcoin siano accettati da qualche parte nel mondo come mezzo di pagamento. C'è chi paragona i bitcoin alle vecchie catene di Sant'Antonio; chi a francobolli o autografi che hanno un valore determinato dagli appassionati (per motivi ai più imperscrutabili); chi infine sostiene che questa sia una delle strade del futuro nei metodi di pagamento. Ogni utente agisce come banca di se stesso e deve quindi scegliere gli interlocutori che ritiene affidabili per ogni contrattazione: non esistono intermediari che possano intervenire in caso di truffe, hacker o perdite dei propri dati. Occorre arrangiarsi.
QUALI SONO I VANTAGGI?
L'immediatezza nei pagamenti operativi 365 giorni l'anno e 24 ore al giorno, la possibilità di utilizzare i bitcoin in tutto il mondo (se si trovano esercizi che l'accettano), l'eliminazione dei costi di intermediazione e la valutazione slegata da logiche politiche.
QUALI SONO GLI SVANTAGGI?
La mancanza di un valore legale riconosciuto in almeno uno Stato, l'estrema volatilità, il numero relativamente scarso di attività che accettano il bitcoin come forma di pagamento.
È LA SOLA VALUTA VIRTUALE?
No esistono ormai numerosi epigoni tra cui Etherum e Ripple. Non solo. Lo stesso bitcoin è stato oggetto di scissioni nel corso degli ultimi mesi (bitcoin cash e bitcoin gold).
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