Twitter, impiegati in fuga. E ora si teme la chiusura

Dimissioni di massa, uffici chiusi fino a lunedì. Timori di sabotaggio. Le scritte: "Musk idiota"

Twitter, impiegati in fuga. E ora si teme la chiusura

L'ultimatum di Elon Musk ai dipendenti di Twitter si trasforma in un boomerang. Centinaia di dipendenti della piattaforma social si sono licenziati in massa con un'operazione plateale dal grande effetto mediatico. L'hashtag #RIPTwitter e #TwitterDown sta dominando sul social e molti utenti salutano e rimandano ad altri social media per le comunicazioni, pronti a una pericolosa migrazione di massa.

Insomma, dopo aver licenziato la metà dei 7.500 dipendenti del famoso social network, il richiamo di Musk - che aveva invitato i dipendenti a firmare un impegno a «lavorare per lunghe ore ad alta intensità» oppure ad andarsene - è stato preso alla lettera.

In particolare, lo spostamento degli account sarebbe stato registrato soprattutto verso Mastodon e Myspace. Inoltre, il projection activist Alan Marling si è appostato fuori dalla sede e ha iniziato a proiettare scritte sui muri tra cui «Questa è la prova che Musk è un idiota», oppure «Stop Toxic Twitter» o ancora «Free Hate Speech».

Nel frattempo, secondo il New York Times la compagnia avrebbe chiuso gli uffici fino a lunedì e disabilitato l'accesso con il badge alle strutture, senza fornire spiegazioni pubbliche al riguardo. Il timore è che qualcuno dei tecnici che non ha dato le dimissioni possa sabotare i sistemi della piattaforma. Ma la perdita di utenti è davvero così reale? La situazione è in evoluzione ma Mastodon nelle ultime settimane avrebbe registrato 16mila nuove iscrizioni al giorno, 300mila nuovi iscritti da quando Musk ha comprato Twitter, ha dichiarato la fondazione che controlla Mastodon, spingendo così gli utenti attivi ogni mese a 1,5 milioni. Su Twitter però gli utenti sono 250 milioni. Una differenza ancora abissale.

Fatto sta che le scelte di Musk per rientrare dal maxi-investimento da 44 miliardi di dollari non solo non stanno trovando consensi, ma anzi hanno innescato reazioni a catena che potrebbero avere effetti finanziari gravi: la perdita di utenti e quindi di pubblicità, rischi sulla sicurezza e potenziali cause legali abbatterebbero il gruppo.

Non solo. Twitter, che nei giorni scorsi si è scusata per i forti rallentamenti del servizio in Europa e che sta già avendo problemi tecnici in varie aree, rischia ora di andare in crash per mancanza di manutenzione dei servizi: «Almeno sei servizi essenziali sarebbero rimasti senza ingegneri», spiega una fonte paventando che la società possa andare in crash. E non solo. L'azienda può morire? Molti servizi sono appesi a un filo e la situazione potrebbe anche precipitare.

Intanto, «la Commissione Ue continuerà a usare Twitter come mezzo di comunicazione», ha detto la Commissaria alla

Concorrenza Margrethe Vestager. Mentre Musk ha riabilitato gli account di Kathie Griffin, Jorden Peterson e Babylon Bee, che erano stati cacciati dal social, precisando di non aver «ancora preso nessuna decisione su Trump».

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