Twitter, Musk fa retromarcia: "Troppi utenti falsi, mi ritiro"

Mister Tesla interrompe le trattative per l'acquisto. E rischia un'azione legale per non aver rispettato i patti

Twitter, Musk fa retromarcia: "Troppi utenti falsi, mi ritiro"

Solo una questione di account. Ma che manderà in fumo un accordo da 44 miliardi di dollari. Una delle più grandi operazioni social degli ultimi anni, targata Elon Musk e finalizzata all'acquisto di Twitter, molto probabilmente non andrà in porto. Secondo quanto scrive il Washington Post, citando diverse fonti vicine al dossier, il team del multimiliardario patron di Tesla e Space X avrebbe concluso che i dati sugli account falsi e su quelli spam (utenti registrati, anche più volte, con nomi falsi tramite indirizzi mail secondari per tutelare quello principale da eventuali bombardamenti pubblicitari indesiderati; ndr) non sarebbero verificabili attraverso le cifre fornite dal social network. Ragione che avrebbe convinto definitivamente Musk a interrompere le trattative intorno all'operazione. In primis, per i possibili finanziamenti propedeutici alla maxi-offerta.

Musk controlla già il 9,5% della società, secondo azionista dietro il fondo Vanguard, ma lo scorso aprile ha avanzato un'offerta sull'intero capitale. Mossa dopo la quale ha chiesto di poter verificare prima che gli account falsi fossero inferiori al 5% del totale. Ora che la squadra di Musk ha concluso che le cifre di Twitter sugli account spam non sono verificabili, ha detto una delle fonti del Washington Post, l'accordo starebbe sfumando. Non senza strascichi. Twitter potrebbe intraprendere un'azione legale. I termini dell'accordo dicono che Musk deve pagare un miliardo di dollari per rompere l'accordo, ma i legali hanno affermato che Twitter potrebbe tentare di costringere il tycoon a portare a termine l'acquisto. Il portavoce del social network, Trenton Kennedy, interpellato dal Washington Post, ha rifiutato di commentare la vicenda. E anche Musk per ora non si è espresso chiaramente sulle indiscrezioni.

Dall'annuncio dell'accordo sull'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk di fine aprile, la vicenda è stata ricca di colpi di scena. Il 13 maggio Musk ha messo l'accordo in standby con la scusa di voler verificare con esattezza il peso degli account falsi. Il 6 giugno era poi arrivato un ultimatum dal team legale di Musk, che aveva inviato una lettera agli avvocati di Twitter in cui minacciava di abbandonare l'accordo se non fossero arrivati dati rilevanti al più presto, a cui l'azienda aveva risposto qualche giorno dopo dicendosi disponibile a condividere i dati degli utenti.

Twitter, intanto, non vive un gran momento: ha licenziato il 30% del team dedicato alle risorse umane, a due mesi dal blocco delle assunzioni in tutta l'azienda. Da mesi, inoltre, la compagnia Usa ha sospeso la maggior parte delle assunzioni e dei rientri, a parte i ruoli più critici. Si tratta solo dell'ennesima difficoltà che interessa i colossi del web, tanto che si stima che negli ultimi due mesi siano stati licenziati oltre 30mila lavoratori nel settore, con i social network non immuni alla crisi del mercato. Concorrenti come Meta-Facebook e Snap hanno adottato misure precauzionali per far fronte alla situazione difficile che stanno vivendo i grandi del tech.

Dopo l'annuncio dell'accordo con Elon Musk, la situazione è comunque precipitata: Parag Agrawal, che aveva sostituto il co-fondatore di Twitter Jack Dorsey, ha allontanato il manager Keyvon Beykpour e il leader dei

prodotti Bruce Falck. A dicembre, l'azienda ha perso il chief design officer Dantley Davis e il capo dell'ingegneria Michael Montano. Un mese dopo, sono andati via anche gli esperti di sicurezza Rinki Sethi e Peiter Zatko.

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