L'Italia è ancora nell'occhio del ciclone. Mentre Piazza Affari continua il suo rally al ribasso bruciando i risparmi degli investitori, Matteo Renzi viene quotidianamente preso a scoppole in faccia dalla Commissione Ue. Lo scontro con Jean-Claude Juncker ha solo dato il via a un braccio di ferro che il premier italiano è destinato a perdere. Oggi, a margine dei lavori del Wef, il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, è tornato a zittirlo ricordando che "nessun paese beneficia di una maggiore flessibilità rispetto all'Italia" e invitando Renzi a ridurre il debito pubblico il più presto possibile.
"La commissione non può essere accusata di agire contro l'Italia, dirlo è assolutamente sbagliato. Non c'è nessuna guerra". Moscovici non usa mezzi termini per zittire Renzi. Sulla scia delle accuse di Juncker, anche il commissario Ue agli Affari economici si mette in fila per colpire il premier fiorentino invitandolo ad "abbassare la tensione per lavorare su basi oggettive in un clima amichevole". Pur riconoscendogli di essere un politico "ambizioso che fa sta facendo trasformazioni importanti" salutate "con favore" dalla Commissione stessa, non ha mancato dal ricordare che nessun paese beneficia di una maggiore flessibilità rispetto all'Italia. "Quale altro paese gode o può beneficiare di tutta la flessibilità prevista dal patto di stabilità e crescita? Nessuno - tuona Moscovici - la clausola sugli investimenti? Nessun altro paese. La clausola sulle riforme strutturali? Nessun altro paese. E dobbiamo prendere in considerazione anche che l'Italia sta accogliendo molti rifugiati". Da qui la stoccata a Renzi: "Non si può assolutamente dire che questa Commissione sia ostile all'Italia. Capiamo la situazione e vogliamo discuterla".
Dopo le critiche, Moscovici non manca di far arrivare a Roma un avvertimento che suona come una minaccia pesantissima. "È chiaro che l'Italia debba ora muoversi per ridurre il debito", ha detto il commissario agli Affari economici in un'intervista a Bloomberg Tv a Davos.
Perché, se è vero che il governo "sta facendo le riforme" e "sta riducendo il deficit", è anche vero che si fa sempe più vitale la necessità di diminuire il rapporto debito-pil. E su questo l'Unione europea non è disposta a fare ulteriori concessioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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