Intorno alla fine di gennaio Sergio Marchionne firmerà i dati del quarto trimestre 2017 e del penultimo esercizio alla guida di Fiat Chrysler Automobiles. Il quindicesimo bilancio, quello del 2018, sarà l'ultimo sotto la sua gestione, visto che lascerà l'incarico con l'assemblea dell'anno successivo. Sul suo successore nulla continua a trapelare. Ma più il tempo passa, più si rincorrono voci e indiscrezioni sul possibile erede. A circolare sono sempre i nomi di Alfredo Altavilla, coo Emea di Fca, quello del cfo Richard Palmer e del capo di Jeep, Mike Manley. Sia Marchionne sia il presidente John Elkann hanno sempre ribadito che la scelta del nuovo timoniere avverrà all'interno del gruppo.
«In Fca sono convinto che abbiamo molte persone brave», così Elkann in una recente intervista. Conferme che non hanno però impedito a una voce di filtrare tra i media: quella di una possibile autorevole opzione «rosa», esterna a Fca, che spariglierebbe le carte. Ne ha accennato La Repubblica, nei giorni scorsi, senza però fare nomi. Era chiaro, comunque, il riferimento all'attuale ad di Cir, Monica Mondardini, holding di casa De Benedetti che controlla il gruppo Gedi, editore di la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, 13 testate locali, il settimanale L'Espresso e altri periodici. Mondardini è anche presidente di Sogefi (componentistica per auto) e consigliere di Kos (strutture sanitarie) sempre nel perimetro Cir, oltre a sedere nei cda di Crédit Agricole e Atlantia, quindi - come Marchionne - abituata a giocare su più tavoli. Una manager dal backgroud finanziario e, soprattutto, molto stimata dal presidente di Fca ed Exor, Elkann. Con lui e il presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti, ha portato a termine la nascita del primo gruppo editoriale italiano unendo Repubblica a La Stampa.
Lo stesso Elkann, tra l'altro, nell'ultima lettera agli azionisti Exor aveva definito Monica Mondardini «una manager di grande talento». Elogi che probabilmente hanno spinto il mercato a ipotizzare una forte attenzione di Elkann nei suoi confronti, magari proprio in funzione del dopo-Marchionne.
Le voci non sembrano al momento avere seguito: la «Lady di ferro» di casa De Benedetti sembra trovarsi a meraviglia nella sua dimensione attuale, vedendo fruttare i risultati del lavoro di ristrutturazione realizzato in Cir. Mentre da Elkann e Marchionne si attende, magari in occasione dell'«Investor Day» della prossima primavera, il nome dell'«erede» lungo l'asse Torino-Auburn Hills.
Punti fissi restano il saluto a Fca di Marchionne nel 2019, la permanenza nel cda di Exor, di cui è vicepresidente, insieme al mantenimento del vertice di Ferrari fino al 2021.
Non è invece ancora chiaro quali intenzioni abbia Marchionne a proposito di Cnh Industrial, di cui è presidente, con Richard Tobin amministratore delegato.Lascerà anche questo incarico nel gruppo che produce macchine agricole, movimento terra e camion (Iveco) oppure non mollerà? Qualche risposta potrebbe arrivare all'Auto Show di Detroit, di metà gennaio.
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