Uni-Commerz, l'incognita Francoforte

L'aggregato avrebbe più ricavi in Germania che in Italia. Spunta la carta della sede

Uni-Commerz, l'incognita Francoforte
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Formazioni al completo nel primo faccia a faccia, a distanza, tra Unicredit e Commerzbank. A dispetto delle indicazioni della vigilia, all'incontro di ieri si è collegato anche Andrea Orcel, mente dell'operazione che ha portato l'istituto di piazza Gae Aulenti a essere virtualmente il primo azionista di Commerz con una quota potenziale del 21 percento.

Il confronto conoscitivo, svoltosi in teleconferenza, non si prestava all'immediata messa in campo di proposte di aggregazione ed effettivamente, stando a quanto trapelato, la discussione si è soffermata principalmente sui nuovi obiettivi al 2027 annunciati proprio questa settimana da Commerzbank, che sempre in questi giorni ha annunciato il cambio al vertice con la promozione ad amministratore delegato di Bettina Orlopp.

La seconda maggiore banca tedesca ha tracciato un percorso di crescita per i prossimi anni con i ricavi visti passare dai 10,9 miliardi stimati per quest'anno a 13,3 miliardi nel 2027. Una dimensione decisamente inferiore rispetto agli oltre 23 miliardi che dovrebbero essere sfornati dal gruppo Unicredit.

Le trattative per una possibile aggregazione potrebbero poggiare su una rilettura di questi numeri e sul «peso tedesco» nel nuovo gruppo. Infatti, Unicredit ha già in pancia Hvb che sommandosi a Commerz andrebbe a valere per quasi 16 miliardi a livello di ricavi pro-forma (dati 2023), ben superiori rispetto agli 11 miliardi circa dei ricavi di Unicredit legati all'Italia. Uno sbilanciamento che potrebbe dare credito all'ipotesi che Orcel metta in campo la concessione della sede del nuovo gruppo, spostandola da Milano a Francoforte; un modo per ammorbidire le resistenze politiche tedesche all'operazione. Non ci sono al momento indicazioni che tale ipotesi sia già sul tavolo, ma non è così remota e nel caso andrebbe a sollevare delle criticità in Italia, considerando che circa il 20% dei 35mila dipendenti Unicredit in Italia lavora per le strutture di direzione generale.

Intanto, l'ambizioso tentativo di Orcel di mettere a segno una grande fusione bancaria paneuropea fa discutere in seno all'Europa. Al plauso iniziale di Carlo Messina (ad di Intesa Sanpaolo), si sono uniti anche altri banchieri in giro per l'Europa. Tra i favorevoli in linea di principio a integrazioni paneuropee si segnala Onur Genc, numero uno della spagnola Bbva, così come il cfo di Bnp Paribas, Lars Machenil, che ha sottolineato come il settore in Europa sia troppo frammentato. Ieri si è espresso anche Fedele Confalonieri: «Noi siamo già in Germania.

Ma abbiamo dei buoni rapporti, abbiamo incontrato i responsabili dei Lander, dove opera l'emittente» tedesca Prosieben Sat, ha detto il presidente di MfE, aggiungendo «Absit iniuria verbis» (sia detto senza offesa). Il portavoce del cancelliere Olaf Scholz ha inoltre precisato che l'accusa di ostilità era «chiaramente rivolta» a Unicredit e non allo Stato italiano.

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