Unicredit-Azimut, alleanza sui fondi

Il gruppo del risparmio crea una società ad hoc, la banca potrà acquisirne il controllo

Unicredit-Azimut, alleanza sui fondi

L'intenzione è ricostruire la filiera del risparmio gestito. Per farlo, l'Unicredit targata Andrea Orcel si affiderà a una collaborazione con Azimut. Il gruppo presieduto da Pietro Giuliani creerà una nuova società in Irlanda, sulla quale entro cinque anni Unicredit, salvo sorprese, eserciterà un'opzione per prenderne il controllo. Azimut, invece, dovrebbe rimanere con una quota di minoranza. L'operazione è stata annunciata ieri, alla torre Unicredit in Piazza Gae Aulenti, in una conferenza congiunta alla presenza degli stessi Orcel e Giuliani. I due si conoscono da quasi vent'anni, da quando Orcel lavorava in Merrill Lynch e ha guidato la quotazione di Azimut in Borsa. Stavolta, però, è Giuliani a dare una mano a Orcel nel ricostruire una casa prodotto di fondi, dopo che Unicredit della gestione Jean Pierre Mustier aveva ceduto Pioneer ad Amundi nel 2016. La notizia ha fatto bene ai titoli delle due società, in particolare ad Azimut, che è scattata in Borsa al +6,03% a 20,48 euro, mentre Unicredit ha chiuso in progresso dell'1,77% a 12,78 euro.

«L'accordo con Azimut ci permette di offrire da subito ai nostri clienti italiani un prodotto ad alto valore aggiunto», spiega Orcel. «Con questa operazione noi stiamo comprando le giuste competenze, mentre costruiamo una fabbrica di livello che, al momento giusto, andremo a reinternalizzare, con Azimut che terrà una partecipazione». La nuova società non ha ancora un nome: «Siamo partiti da Excalibur», scherza Giuliani, che poi aggiunge «il nome sarà di competenza di Unicredit». Anche se, almeno all'inizio, Azimut sarà interamente proprietaria della nuova creatura, che avvierà da lunedì l'iter autorizzativo presso le autorità irlandesi: la società, che dovrebbe lanciare i primi fondi nella seconda parte del 2023, svilupperà prodotti di investimento da distribuire in Italia attraverso la rete Unicredit su base non esclusiva. Un impatto reale sul conto economico della banca, però, lo si prevede dal 2024 in poi. «La faremo in Irlanda perché, insieme al Lussemburgo, è una delle piazze di riferimento per gli asset manager dopo New York», spiega Giuliani. «La nostra idea è fare una fabbrica di asset management, con una testa italiana, ma che abbia una visione globale», aggiunge il presidente di Azimut. In caso di successo, infatti, il modello potrebbe essere replicato anche in altri Paesi.

Nell'asset management un eventuale M&A, ha affermato Orcel, non avrebbe avuto senso. Unicredit ha in testa di ricostruire le proprie case prodotto «organicamente dove possiamo», altrimenti attraverso accordi con i partner (come fatto anche con Allianz nel comparto assicurativo).

I nuovi accordi non avranno effetto sulle partnership già in essere, che prendono vita con la piattaforma onemarkets Fund recentemente lanciata. Nel 2027, però, si esaurirà l'accordo con Amundi, i cui termini Unicredit aveva già cercato di rinegoziare. «Alla scadenza», ha dichiarato Orcel, «o ci saranno altre partnership oppure altri partner».

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