Unicredit punta sull'Italia e snellisce la struttura. L'era di Andrea Orcel nasce così con una decisa frenata sul fronte dell'M&A, e soprattutto sulle nozze tanto agognate dal Tesoro con Mps, per accelerare verso il nuovo piano industriale, atteso in autunno, anche attraverso una macchina organizzativa più funzionale. Il titolo in Piazza Affari ha chiuso la seduta in calo dell'1% a 9,53 euro.
Dopo la nomina, un mese fa, del comitato esecutivo del gruppo (Gec), ieri la banca di Piazza Gae Aulenti ha annunciato «il ridisegno» della prima linea manageriale «per ridurre sovrapposizioni e complessità, mantenendo funzioni di controllo e supervisione ben definite, con l'obiettivo di migliorare l'efficienza», spiega un comunicato. «È l'inizio di un processo di responsabilizzazione che ci consentirà di sbloccare tutto il valore insito del gruppo», ha commentato Orcel che sottolinea come parte di questo percorso sia «la creazione di Unicredit Italia che diventa una geografia autonoma e dotata di pieni poteri, accanto a Germania, Europa Centrale ed Europa dell'Est». Unicredit Italia sarà guidata da Niccolò Ubertalli e sarà suddivisa in tre aree di business («Individui» affidata a Barbara Tamburini, «Imprese» ad Andrea Casini e «Cib» ad Alfredo De Falco).
«Voglio concentrarmi sulla banca, sulle risorse all'interno del gruppo. Le opportunità esterne rappresentano solo un acceleratore, ma è focalizzandoci sul business, semplificandolo, ottimizzando e ridefinendo le strutture che potremo mettere i clienti al centro», ha scritto ieri sempre Orcel in una missiva indirizzata ai dipendenti. «Con questa lettera di Orcel è iniziata una nuova era, anche se da tempo il nuovo gruppo dirigente di Unicredit lavora per una vera semplificazione e per una migliore efficienza dell'organizzazione interna» ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi sottolineando il ritorno della centralità strategica del Paese.
Nel frattempo, con la pubblicazione del consenso degli analisti sulla trimestrale, è partito il countdown per la semestrale attesa il 30 luglio, la stessa data in cui saranno divulgati gli esiti degli stress test per le banche europee. Il primo trimestre firmato da Orcel si dovrebbe quindi chiudere con un utile di 736 milioni (dai 420 milioni di un anno fa), 4,251 miliardi di ricavi (dai 4,17 del 2020) e un indice Cet1 al 15,54% (dal 15,92% di marzo).
Il giorno successivo, il 31 luglio, potrebbe invece essere il termine ultimo per riuscire a godere dei vantaggi fiscali (Dta) contenuti nel dl Sostegni-bis, in corso di approvazione, in caso di acquisizioni.
«Stimiamo 3,9 miliardi di Dta da un eventuale matrimonio con Bpm, 2,9 miliardi in caso di accordo con Mps», ha scritto in merito Morgan Stanley per poi avvisare: occorre mettere in conto almeno cinque mesi per portare a termine l'acquisizione del controllo di un gruppo bancario».
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