Il settore automotive italiano chiede un segnale concreto da parte del governo: dalle intenzioni, più volte manifestate dai ministri competenti, ora si passi ai fatti. «Anche agosto - osserva Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto) - sconta la lunga impasse del governo su ecobonus e contributi per le colonnine private di ricarica elettrica. Senza un cambio di passo sul fronte degli incentivi alla domanda, di una revisione strutturale del regime fiscale sulle auto e dell'effettiva fruizione dei contributi privati per l'installazione delle colonnine (90 milioni per imprese e professionisti, 40 per i cittadini), i fondi sono destinati a generare consistenti avanzi di risorse con effetti negativi sul rinnovo del parco auto».
In agosto le immatricolazioni di vetture in Italia sono salite del 12% e negli 8 mesi del 20,3%, ma si tratta di dati sempre lontani dalla piena normalità: -10,6% su agosto 2019 e -21,5% a partire da gennaio dell'anno pre-pandemia e altre sventure.
Tutte le associazioni di categoria sollecitano il governo a intervenire, «rimodulando gli incentivi - sottolinea Roberto Vavassori (Anfia) - per l'acquisto di veicoli a bassissime e zero emissioni», riallocando i fondi avanzati lo scorso anno e unendoli a quelli non sfruttati nel 2023. Michele Crisci (Unrae) ritiene ingiusto, a seguire, «aver penalizzato la clientela a causa di un price-cap sulle auto elettriche ingiustificatamente abbattuto da 50mila a 35mila euro che, in pratica, esclude le imprese, limitandone la fruibilità al solo noleggio con bonus dimezzati».
Il parco circolante italiano, intanto, continua a invecchiare. «Possibili acquirenti di veicoli elettrici - interviene Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - non si sentono ancora pronti a fare questa scelta per il prezzo elevato e le riserve sulle idoneità di questi mezzi a rispondere pienamente alle loro esigenze. In attesa di decidere, gli automobilisti in questione rinviano l'acquisto, mentre l'acquisizione di nuovi ordini appare insoddisfacente». Dataforce mette invece in risalto la battuta d'arresto per il noleggio a lungo termine che, per la prima volta nel 2023, chiude in negativo: -6%. Il canale che ha dimostrato il tasso di crescita più alto è stato quello delle «auto-immatricolazioni»: +62,62%.
«È evidente - osserva il country manager Salvatore Saladino - che quest'anno le quote si fanno tatticamente, più che grazie a una reale domanda da parte dei clienti finali».In agosto, infine, Stellantis ha segnato un +0,2% (quota mercato al 31,9% dal 35,7%) e negli 8 mesi +8,2% (quota al 33,2% dal 36,9% di un anno fa).
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