Di un soffio ma ce l'ha fatta. Nel pieno del ciclone per il Russiagate, con l'ex segretario alla Sicurezza Flynn che ha ammesso di aver mentito all'Fbi, il presidente Trump porta a casa la riforma fiscale da 1500 miliardi di dollari. La prima grande riforma targata "The Donald" da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca. Il Senato degli Stati Uniti l'ha approvato con 51 voti a favore e 49 contrari. La prossima settimana inizieranno i colloqui tra il Senato e la Camera dei Rappresentanti, che ha già approvato la propria legge fiscale. Le due camere ora devono mettere nero su bianco un unico disegno di legge da inviare a Trump per la firma. Il presidente preme affinché il capitolo si chiuda presto, entro la fine dell'anno. Intanto esulta: "La più grande legge fiscale e il più grande taglio di tasse della storia è appena passato al Senato - scrive su Twitter -. Ora questi grandi Repubblicani andranno al passaggio finale. Grazie Camera e Senato repubblicani per il vostro grande lavoro e impegno".
La riforma fiscale era ed è un tema cruciale per i repubblicani, in vista delle elezioni di medio termine del novembre 2018, quando dovranno difendere la loro maggioranza al Congresso. Appuntamento che sarà anche il primo vero test importante per la presidenza Trump. Nessuno tra i democratici ha votato per il disegno di legge, ma il partito dell'asinello non aveva i voti per bloccarlo poiché il Gop al Senato gode di una maggioranza di 52 contro 48. E' mancato un voto ai repubblicani, quello del senatore Bob Corker, presidente della Commissione Esteri, che da settimane è in polemica con Trump su diversi temi, dal taglio delle tasse alla politica estera. Alla vigili del voto, però, si temevano altre defezioni, viste le perplessità (poi rientrate) espresse dai senatori Jeff Flake e Susan Collins. Alla fine non è stato neanche necessario il voto del vicepresidente Usa Mike Pence, che in casi di perfetta parità può esprimere la propria preferenza nella veste di presidente del Senato.
Il senatore Bill Cassidy ha elogiato il disegno di legge: "Le famiglie lavoratrici e le famiglie a reddito medio in tutta la nazione staranno meglio. Le famiglie che negli ultimi otto anni non hanno fatto bene inizieranno a fare meglio". Come dicevamo Trump è soddisfatto, e vuole chiudere al più presto la sua prima importante riforma.
Ecco cosa prevede la riforma fiscale
Per sostenere il taglio delle tasse previsto un aumento del debito pubblico pari a 1,5 miliardi di dollari nel corso di un decennio. L'obiettivo, come ripetuto decine di volte da Trump, è quello di rivitalizzare l'attività economica e accelerare la crescita sopra il 3%. L'asse della riforma è la riduzione delle tasse alle imprese, dal 35% al 20%, che il Senato prevede per il 2019 e la Camera vuole sia immediata. Inoltre si riducono le aliquote fiscali ai privati, passando da sette a quattro: del 12%, 25%, 35% e 39,6%.
Previsti tagli alle tasse per famiglie e persone, anche se il Congressional Budget Office ha già messo le mani avanti, dicendo che solo il 44% degli americani otterrà una riduzione annuale di più di 500 dollari. Lo speaker della Camera Paul Ryan, invece, si è detto convinto che la riforma farà risparmiare ad una famiglia media almeno 1.182 dollari all'anno. Un emendamento inserito nella riforma cancella l'obbligo di acquistare un'assicurazione medica, come previsto dall'Obamacare.
Quella di Trump
è la riduzione fiscale di maggiore entità che sia mai stata varata negli ultimi trent'anni in America. Per trovarne una così importante bisogna risalire, infatti, al 1986, con l'allora presidente Ronald Reagan (Tax Reform Act).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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