Vegas: «I mercati rischiano la bolla»

Il presidente Consob lancia l'allarme speculazione su Piazza Affari: «Servono riforme e un mercato unico europeo»

La frusta di Mario Draghi sta funzionando - grazie al quantitative easing della Bce, Piazza Affari (+22% da gennaio) ha ripreso a correre in modo «repentino» e i tassi sono a zero - ma il mercato deve fare i conti con «il rischio» che questa ondata di liquidita e la crescita del rapporto prezzo/utili crei «delle bolle speculative». L'allarme è del presidente di Consob Giuseppe Vegas che lancia al Paese l'ultima chiamata ad attuare le riforme che assicurerebero uno «sviluppo economico» duraturo nel decennio. «Se non ora, quando?» si chiede il custode del mercato citando il Talmud (il commento ebraico all'Antico Testamento) a rimarcare il pericolo che il Paese si trovi impreparato, quando l'Eurotower chiuderà i rubinetti degli aiuti: «Il tempo a disposizione non è infinito. Lasciarlo trascorrere invano sarebbe una colpa imperdonabile».

Alla platea economico-finanziaria che lo ascolta nell'auditorium dell'Expo (una struttura essenziale appena aggraziata da una patina multicolore sulle pareti esterne), Vegas indica quindi la necessità di una «capital market union», a un campo di gioco con regole uniche in Europa. «Uno stabile sviluppo economico non potrà mai essere ottenuto da un singolo mercato finanziario. È necessario costruire quella massa critica che può essere offerta solo dall'intero mercato europeo», ha rimarcato il grande custode del mercato soffermandosi su due passi decisivi: scrivere un solo Testo unico della finanza (Tuf) per tutto il vecchio continente e armonizzarne il carico fiscale. L'obiettivo resta infatti cancellare l'arbitraggio regolamentare oggi esistente e completare la costruzione dell'avvenuta vigilanza unica bancaria.

Allo stesso modo il Paese deve superare la propria «anomalia» bancocentrica nei prestiti alle imprese (52% del pil a fine 2013) aprendole al mercato dei capitali. Così come costituisce un punto di preoccupazione l'ulteriore stretta sugli assorbimenti patrimoniali, attesa dal 2017. Insomma c'è un'eccessiva attenzione di Eba e Bce alla stabilità delle banche, tutto a danno della ripresa. Quanto alla trasformazione in spa delle popolari, Vegas si è invece detto convinto che il «mercato bancario ne risulterà più trasparente e competitivo».

Vegas lancia quindi l'idea di «rivedere» le soglie sui pacchetti azionari considerati «rilevanti», alzando il minino oltre il quale un investitore istituzionale è costretto ad autodenunciarsi dall'attuale 2% perlomeno al 3%, come avviene nei principali Paesi europei, o anche al 5%. Subito dopo l'appello affinchè anche l'obbligo di redarre le trimestrali sia «graduato in funzione della dimensione delle imprese e delle reali esigenze informative». In sostanza meno lacci per le realtà medie e piccole, l'ossatura del sistema produttivo nazionale, che al contrario dovrebbero essere favorite dalla nascita di un «fondi di fondi» specializzato, cui potrebbero dare una mano anche i fondi pensione. Allo stesso modo le piccole potrebbero essere sollevate anche dall'Opa obbligatoria quando emerge un nuovo socio di riferimento.

Poi la proposta di dare vita a un'agenzia europea per le piccole e medie imprese sul

sito che ospita oggi l'Expo. L'idea «è di istituire una sorta di centro che valuta le piccole e medie imprese», così da ovviare, con un sigillo pubblico, all'attuale mancanza di copertura da parte delle agenzie di rating.

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