In Borsa i 25 giganti del web specializzati nel software e nell'intero universo digitale valgono otto volte l'intera Piazza Affari e quasi tre volte il mercato tedesco. Ma sono le società attive nella vendita di servizi, nei contenuti e negli articoli on line, le webcompany per così dire, a correre più velocemente, nonostante la pandemia. Lo evidenzia il report dedicato alle websoft dall'area studi di Mediobanca che analizza i bilanci dei 25 colossi internazionali del software e del web con un fatturato superiore agli 8,5 miliardi.
Microsoft, Amazon e Alphabet rappresentano da sole un terzo dell'indice Nasdaq100. Tuttavia, sono soprattutto le società che vendono prodotti, abbonamenti e servizi online ad aver messo le ali sulle piazze finanziarie tra gennaio e fine settembre: Meituan Diaping, app cinese che permette la prenotazione di diverse attività, ha guadagnato il +128,8%, JD.com il 110,9%, Qurate retail il 64,5%, Amazon il 63,1% e Z Holding (Yahoo! Japan) il 49,5%, mentre Netflix e Salesforce il +47,9%.
Un ritmo più intenso rispetto a quello medio registrato dai 25 campioni analizzati dallo studio di Mediobanca che, nei primi nove mesi dell'anno, hanno messo a segno un rialzo borsistico del 30,4% a fronte del calo del 6% registrato dai titoli della grande manifattura.
Complessivamente il parterre analizzato da Mediobanca vale 1014 miliardi di euro di fatturato aggregato di cui oltre un quarto generato da Amazon (con 249,7 miliardi di vendite). Sono sempre le webcompany a registrare i maggiori tassi di crescita media annua del fatturato nell'ultimo quinquennio: Meituan Diaping (+121,9%), seguita da Uber (+63,2%), Alibaba (+49,8%), Facebook (+40,9%) e Tencent (+38,4%), a fronte di un +21,6% registrato in media dai 25 gruppi presi in esame e al +2,4% medio dell'industria manifatturiera.
Al di là poche eccezioni legate prevalentemente alle prenotazioni di viaggi online (-50,8% nel primo semestre 2020) e alla mobilità condivisa (-22,6%), il Covid19 non ha frenato il trend di espansione con le websoft che hanno registrato una crescita media semestrale delle vendite del 17% e del 16,6% degli utili. Anche in questo caso a brillare sono stati i gruppi attivi nella vendita di articoli e attività on line come Nintendo (che ha registrato un +71,5% a livello di fatturato e addirittura un +303% a livello di utile netto), Amazon (+33,5% le vendite e +25,7% i profitti), salesforces.com (rispettivamente +29,5% e +464%), JD.com (rispettivamente +28,6% e +7,8%), Tencent Holdings (rispettivamente +27,9% e +20,8%) e Netflix (rispettivamente +26% e +132%).
L'analisi di Mediobanca evidenzia poi come i 25 colossi siedano su oltre 589 miliardi di euro di liquidità calcolata a fine giugno. A fare la parte del leone sono Microsoft con 121,5 miliardi in cassa e Alphabet con 107,8 miliardi.
A livello occupazionale i 25 campioni danno impiego a 2,2 milioni di persone nel mondo, un milione in più rispetto a cinque anni fa, di cui 11mila in Italia. A regnare sovrana poi è Amazon con 798mila lavoratori impiegati nel mondo, di cui 6mila in Italia.
C'è un ultimo aspetto in cui le 25 websoft si sono dimostrate particolarmente abili nel tempo: la strategia di ottimizzazione fiscale. Secondo i calcoli dello studio, il tax rate effettivo medio dei campioni analizzati è stato pari nel 2019 al 16,4%, un livello ottenuto grazie alla tassazione di oltre metà degli utili in Paesi a fiscalità agevolata.
Più in dettaglio, secondo le stime di Mediobanca, tra il 2015 e il 2019, le websoft hanno risparmiato collettivamente 46 miliardi in tasse e, in particolare, Microsoft ne ha risparmiati 14,2, Alphabet 11,6 e Facebook 7,5. Quanto alle realtà presenti in Italia nel 2019 hanno versato al fisco complessivamente 70 milioni di euro pari a un tax rate del 32,1 per cento.
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