L'incertezza sulla ripresa è ancora elevata e potrebbe portare a nuove crisi bancarie. A dare l'allarme è stato ieri il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel corso dell'assemblea dell'Abi. Palazzo Koch si è detto pronto a intervenire. «Potremmo dover assumere misure a tutela dei depositanti con l'obiettivo di contrastare l'innesco di crisi difficilmente reversibili», ha avvisato. E così, mentre le partite su Mps e Banca Carige sono ancora da chiudere, Piazza Affari ha iniziato a temere che gli istituti più solidi potrebbero essere chiamati a svolgere in futuri salvataggi affossando i titoli del comparto.
«Siamo impegnati nella valutazione delle possibili soluzioni ai casi di crisi che riguardano intermediari di medie-grandi dimensioni», ha spiegato Visco senza mai citare Rocca Salimbeni o Carige per cui si cerca da tempo un acquirente. Le nuove emergenze potrebbero coinvolgere istituti più piccoli maggiormente penalizzati del cambio di modello di business e dalle ripercussioni del Covid.
A giudizio di Visco sussiste un numero «non trascurabile» di piccoli intermediari con «situazioni di grave fragilità», che «faticano ad adattarsi al cambiamento» e con un «rapporto tra costi e ricavi tale da lasciare solo una piccola parte di proventi ordinari per la copertura del rischio di credito».
Il maggiore punto interrogativo riguarda le perdite su crediti deteriorati. Sul tema è intervento anche Andrea Enria, presidente della Vigilanza bancaria della Bce che, in Senato, ha dichiarato: «Date le prospettive economiche favorevoli, è improbabile che si avverino le aspettative più pessimistiche. Non conosciamo però l'entità dei nuovi Npl e l'arco temporale in cui emergeranno».
In questo scenario, Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, ha sottolineato che «le banche hanno fatto rilevanti passi in avanti per la riduzione dei costi con piani industriali discussi con le rappresentanze sindacali e rifiutando il licenziamento come metodo per ridurre il personale». Dichiarazione che ha ricevuto il plauso dei sindacati. «Non concordiamo con la logica di taglio dei costi ribadita dal governatore Visco, rivendichiamo invece il richiamo del presidente Patuelli alla scelta del settore di rifiutare il ricorso al licenziamento per gestire i processi di riorganizzazione», ha commentato il segretario della Uilca Fulvio Furlan.
«Va dato atto al presidente Patuelli di aver saputo coniugare l'interesse delle banche con quello dei lavoratori», ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi che ha inoltre sottolineato: «La gestione della transizione non potrà essere improntata sulla riduzione dei costi del personale o su un'obbligatoria aggregazione tra piccole banche, perché non lo permetteremo».Quanto all'adozione della normativa Ue sul calendar provisioning e la definizione di default, la regolamentazione, secondo il governatore, ha avuto per ora un impatto modesto.
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