Visco dà la «pagella» alle banche

Occhi puntati sulla ripresa e sul riassetto del settore. Il nodo bad bank e la riforma delle Popolari

Questa mattina alle 11,30 il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, salirà sul predellino del ventunesimo Assiom-Forex - il primo dopo l'avvio della Vigilanza unica europea - per dare i «voti» ai Signori del credito italiano riuniti per l'occasione a Milano. Le grandi banche devono ormai fare i conti con i tecnici dell'Eba e della Bce, ma di rado ci sono stati tanti nodi strategici, intrecciati l'uno all'altro, contemporanamente tra le mani di Palazzo Koch.

A partire dal destino ultimo del Monte Paschi e di Carige, bocciate agli stress test europei dopo essere state in diverso modo distrutte dalla malagestio e dagli intrecci con la politica, e ora alla ricerca di un nuovo padrone di casa. Nella «Gold room» del centro Milano Congressi nato dalle ceneri della vecchia Fiera, non si potrà poi che respirare il profondo malcontento che scuote da settimane le prime dieci banche popolari del Paese, costrette per decreto legge dal governo Renzi a trasformarsi in società per azioni. «C'era bisogno di un'accelerazione, se è vero che la riforma era rimasta nel cassetto venti anni», ha calcato la mano ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.

Il primo a volere il grande salto è stato il presidente dell'Eurotower Mario Draghi, ma lo stesso Visco, dopo aver chiesto (invano) da tempo alle mutue maggiori di rinunciare allo scudo del voto capitario, ha subito approvato la riforma come foriera di «trasparenza».

Ora la rottamazione delle cooperative promette di accelerare il mercato delle fusioni e acquisizioni, e quindi anche i salvataggi. La Vigilanza ha risolto il caso della Popolare Spoleto consegnandola al Banco Desio, ma restano altri dossier taglienti come Banca Marche, CariFerrara o la stessa BancaEtruria, di cui è vicepresidente il padre del ministro Maria Elena Boschi. Per non parlare della necessità di dare un futuro stabile a Mps, a Carige e di ristrutturare il mondo delle Bcc.

Dopo aver subìto stress test disegnati su misura dei gruppi tedeschi - per ironia della sorte quest'anno a ospitare il Forex è Deutsche Bank - i banchieri italiani vorrebbero ora perlomeno scaricare parte dei 180 miliardi di crediti deteriorati che zavorrano i loro bilanci nella ventilata bad bank pubblica.Operazione probabilmente decisiva per ridare ossigeno a una ripresa che quasi non si vede. Lo Stato, visto che il rapporto debito-pil è già oltre il consentito, starà però ben attento a non avere le chiavi della discarica. Così come, dopo lo scontento per gli esami di ottobre, il settore spera che Visco riesca a fare barriera perché la prossima ondata di stress test non si ulteriormente penalizzante: Jens Weidmann (Buba), ha già preso la scusa della crisi greca per chiedere di considerare i titoli di Stato come fossero attivi a rischio. Un colpo basso per gli istituti italiani, che hanno in pancia 400 miliardi tra Bot e Btp.

L'anno prossimo il

Forex ha già deciso di spostarsi in Veneto, ospite della Popolare di Vicenza per i suoi 150 anni. Ma tra dodici mesi il volto del settore potrebbe essere molto diverso, rinnovo del contratto nazionale del credito permettendo.

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