Annunci, conferme e poi slittamenti di date. Non è la prima volta che per usufruire di alcuni provvedimenti del governo bisogna aspettare ben oltre la data stabilita. Neanche dopo l’estate la musica è cambiata. Ora, infatti, tocca ai voucher da 500 euro messi a disposizione per le famiglie con Isee fino a 20mila euro interessate a internet banda ultra larga, a computer e ai tablet.
Questi bonus erano previsti per settembre ma pare proprio che chi poteva richiederli dovrà aspettare un altro mese. Sempre che non ci siano imprevisti. Come ricorda Repubblica, il ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, e poi il ministero dello Sviluppo economico in una nota di maggio spiegavano che a settembre sarebbe partito l’utilizzo dei voucher. "Novità anche per famiglie e imprese che potranno beneficiare, a partire da settembre, di un voucher per la connettività differenziato per fasce di reddito che sarà gestito da Infratel Italia per l’acquisto di servizi di connettività che possano supportare fin da subito le esigenze di teledidattica di studenti e docenti e lavoro agile dei lavoratori e delle imprese", si legge nella nota.
Il tempo è passato eppure il decreto attuativo di regolamentazione ancora non è stato pubblicato. Il tutto sarebbe ancora in possesso della Corte dei Conti. E così difficilmente la misura potrà partire già da questo mese. Senza dimenticare che gli operatori aspettano di leggere nel decreto le precise modalità dei bonus per poterli inserire nelle proprie offerte. L’esecutivo, infatti, ha deciso di erogare i bonus non direttamente agli utenti ma agli operatori telefonici. Questi ultimi darebbero ai clienti gli sconti sul canone o sul prezzo per l’acquisto della connessione banda ultralarga di rete fissa, di un tablet o di un computer.
Ma non tutti hanno gradito questa strada scelta dal governo. Proteste sono partite da alcune associazioni, tra cui FMA che include aziende del settore tecnologico, provider, associazioni consumatori, che hanno inviato documenti a Infratel. Molto critica anche la Lega: il deputato Massimiliano Capitanio ha parlato del caso durante un question time alla Camera la scorsa settimana.Questa presa di posizione è legata al fatto che con l’attuale sistema gli operatori accentrerebbero i voucher su prodotti di loro scelta creando un potenziale danno sia per i negozianti, totalmente esclusi, sia per i produttori che non hanno rapporti con i consumatori. Le associazioni e Lega suggerivano invece di consentire all’utente finale di ottenere i voucher, come rimborso di un libero acquisto dei dispositivi anche nei negozi di computer e nei centri commerciali. Una via che avrebbe permesso maggiore libertà di scelta anche ai consumatori.
Un elemento non di poco conto, quello dei soggetti a cui sono erogati i bonus, sottolineato anche da Assoprovider. L’associazione dei provider indipendenti ha spiegato che secondo il Regolamento (EU) 2015/2120 e la delibera 348/18/CONS Agcom l’utente deve essere libero di scegliere il proprio dispositivo di connettività, senza alcuna imposizione da parte di operatori o della PA.
Il segretario di FMA, Gabriele Fiorentini, ha poi rincarato la dose. "La FMA non contesta le ragioni del Piano Voucher- ha spiegato- ma la scelta organizzativa di riservare ai soli operatori di telecomunicazioni la fornitura dei modem, computer e tablet compresi nella misura. In tal modo, si limita irragionevolmente la libertà di scelta del consumatore e, contemporaneamente, si danneggia la grande e piccola distribuzione, una categoria tra l'altro già provata. Riteniamo invece che l'utente debba essere libero di scegliere, sulla base di proprie valutazioni di funzionalità, qualità e prezzo, gli apparati che meglio soddisfano le sue esigenze, senza indebiti condizionamenti da parte del fornitore internet o, addirittura, dello Stato".
Se la storia di tale bonus è segnata da ritardi e polemiche, meglio non va a chi potrebbe richiedere la misura di 200 euro che vale solo internet. In questo caso i voucher sono destinati a una platea più ampia e dovranno seguiranno un iter diverso e più lungo tanto che nelle intenzioni dichiarate dal Governo finirà entro l’anno.
Ma vi è un altro aspetto, non molto positivo, che va sottolineato.
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