Il mondo ha una crescente brama di energia. Il repentino aumento della domanda energetica è trainato dal boom dell'intelligenza artificiale che implica la necessità di costruire dei nuovi data center AI che richiedono enormi quantità di energia per funzionare. McKinsey ha stimato che la domanda di energia dei data center lieviterà in poco tempo dal 4% dall'attuale domanda totale di energia per giungere all'11-12% entro il 2030.
I colossi tecnologici statunitensi, da Google ad Amazon e Microsoft, stanno indicando la strada con accordi volti ad autoprodursi l'energia a basso costo, e decarbonizzata, attraverso la frontiera innovativa nel settore rappresentata dai mini-reattori nucleari (Small modular reactors, Smr) che permettono di produrre energia a costi contenuti e in tempi più brevi rispetto agli impianti nucleari tradizionali.
Wall Street ha subito fiutato il rilancio del nucleare ponendo le attenzioni proprio sulla nuova generazione di mini-reattori. Negli ultimi tre mesi a fare scalpore è la performance di Oklo, una new entry della Borsa statunitense (quotata da maggio) che ha più che triplicato il proprio valore negli ultimi tre mesi cavalcando anche l'accordo stretto il mese scorso con Google per sviluppare piccole centrali nucleari modulari negli Stati Uniti.
Oklo, il cui primo mini-reattore dovrebbe essere attivo dal 2027, vede al suo interno una figura di spicco che la lega a doppio filo con il business dell'intelligenza artificiale. Il suo presidente e anche azionista (con una quota del 2,6%) è infatti Sam Altman, il deus ex machina di OpenAI, la società che gestisce ChatGpt. Altman in passato ha ricoperto per tre anni il ruolo di ceo di Oklo che vanta tra i suoi sostenitori anche investitori di spicco quali Peter Thiel e Cathie Wood.
Tutte le società statunitensi attive nella progettazione di mini-reattori nucleari stanno ammaliando Wall Street: NuScale quest'anno ha già registrato un clamoroso +644%, seguita da Nano Nuclear Energy con un altrettanto roboante balzo del 533%. Le prospettive interessanti date dallo sviluppo degli Smr hanno destato l'interesse anche di Bill Gates che ha investito in TerraPower (non quotata).
La scommessa dei mini-reattori deve essere ancora vinta in quanto ancora nessun Smr è in funzione e i processi di licenza sono lunghi e la redditività è tutta da guadagnare. Oklo, che ha raggiunto una valorizzazione di 3 miliardi, nella prima metà dell'anno ha segnato una perdita netta di 53 milioni di dollari, ma il mercato è tutto proiettato al futuro e a quanto il business dei mini-reattori potrebbe prosperare in un mondo assetato di energia.
Allargando lo sguardo a tutto ciò che orbita intorno al nucleare, il colosso Vistra quest'anno risulta il miglior titolo di tutto l'S&P 500, facendo quindi meglio del fenomeno Nvidia. Altra big del nucleare è Constellation Energy che ha riportato la settimana scorsa utili e ricavi oltre le attese, non cogliendone i frutti in Borsa solo perché lo stesso giorno è arrivata una sentenza sfavorevole della Federal Energy Regulatory Commission che ha respinto la richiesta di Talen Energy di aumentare l'energia che potrebbe fornire ad Amazon dalla sua centrale elettrica di Susquehanna, citando preoccupazioni sull'affidabilità della rete e sull'accessibilità dell'energia.
L'Italia dal canto sul non resta ferma. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha più volte caldeggiato l'inserimento del nucleare nel nuovo mix energetico del paese («serve correre e fare presto», le parole del numero uno degli industriali) offrendo la disponibilità a ospitare all'interno delle aziende italiane i nuovi mini-reattori nucleari.
Entro fine anno è attesa la nascita della newco tricolore sul
nucleare capitanata da Enel con una quota di maggioranza assoluta e con all'interno Ansaldo e Leonardo. I tre player nazionali andranno a valutare la fattibilità e la sostenibilità economica dell'adozione della tecnologia Smr.
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