Il Wto boccia i dazi di Trump sull'acciaio

Il verdetto: "Violate le regole". Ma gli Usa replicano: "Restano in vigore"

Il Wto boccia i dazi di Trump sull'acciaio

L'Organizzazione mondiale per il commercio boccia la guerra dei dazi lanciata da Donald Trump in nome dell'«America first». Il Wto ha stabilito che l'ex presidente Usa violò le regole del commercio globale nel 2018 quando invocò ragioni di sicurezza nazionale per imporre le tariffe su alluminio e acciaio.

L'organizzazione ha respinto la sua motivazione spiegando che le tariffe non sono state introdotte «in un periodo di guerra o di altre emergenze», mettendo in discussione la discrezionalità da parte degli Stati nel ricorrere al principio della sicurezza nazionale. Il caso era stato sollevato da Cina, Norvegia, Svizzera e Turchia, che ora hanno la possibilità di imporre tariffe ritorsive. Pechino, principale obiettivo delle misure, ha auspicato che gli Usa rispettino la decisione e correggano le loro politiche «il più presto possibile», mentre la Norvegia ha detto di aver promosso la causa per «tentare di prevenire il protezionismo in modo che il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole non sia minato».

Ma Washington «respinge fortemente» la decisione e annuncia che non rimuoverà i dazi. «L'amministrazione Biden è impegnata a preservare la sicurezza nazionale Usa garantendo la produzione a lungo termine da parte delle nostre industrie dell'acciaio e dell'alluminio», viene spiegato sottolineando «la necessità di una riforma radicale del sistema del Wto per risolvere le dispute».

Gli Usa possono fare appello ma questo lascerebbe la disputa nel limbo perché Washington ha bloccato per anni le nomine all'organo di appello del Wto, impedendone il funzionamento. Il verdetto a potrebbe avere effetti sul già traballante sostegno al Wto. Nel contesto attuale è «sempre più probabile che i Paesi facciano scattare l'eccezione della sicurezza nazionale», osserva Chad Bown, analista del Peterson Institute for International Economics.

Trump aveva introdotto dazi su acciaio (25%) e alluminio (10%), invocando la competizione sleale di certi Paesi come la Cina.

Il tycoon aveva applicato esenzioni ad alcuni Paesi, estese poi da Joe Biden all'Ue, a Londra e Tokio per ricompattare gli alleati. Questa settimana gli Usa hanno inviato una proposta alla Ue per definire un nuovo piano che regolamenti il mercato globale di acciaio e alluminio, penalizzandone la produzione inquinante: nel mirino resta la Cina.

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