I suoi sostenitori sono indubbiamente degli irriducibili estremisti. Lui, però, ha un'anima trasversale che altro che democristiani, capace di unire destra e sinistra in una indiscussa alleanza bipartisan. Mancava solo il suo, di partito. E allora eccolo, il movimento per il cioccolato sindaco. Si presenta alle elezioni di Alba e chissà, vista la zona magari troverà presto un pericoloso sfidante nel tartufo, di fatto promette di dar filo da torcere a entrambi gli schieramenti, non fosse altro che a fondarlo non è stato il solito burlone della provocazione, ma, nomen omen, Davide Ferrero, fondatore e presidente della maggior associazione italiana dedicata al «cibo degli dei», Chococlub, l'Associazione Italiana Amatori Cioccolato che ha sede da oltre 10 anni proprio ad Alba e che conta oggi oltre 12 mila iscritti. Col sostegno di artigiani, industriali, imprenditori, organizzatori di eventi, giornalisti, imprenditori, cioccolatieri e docenti universitari, albesi e non, mai entrati in politica ma adesso tutti schierati in lista e deciso a prendere gli elettori per la gola. Simbolo, ovvio, una tavoletta di cioccolato.
Che poi, perché no? Che cosa serve ad Alba, in fondo? Rilancio del turismo, capacità di comunicazione e imprenditoriale, promozione di se stessa. Tutte cose, avverte il capolista Ferrero sul gruppo che ha creato su Facebook e che in 5 ore ha raccolto cento iscritti, che Chococlub fa da anni: «abbiamo infatti operato nella cultura con degustazioni guidate, corsi e viaggi nelle terre del cacao, nel turismo con manifestazioni dedicate al cioccolato, nella promozione locale con il progetto Città del Cioccolato, nel sociale con il progetto Banca del Cioccolato, nella formazione con laboratori didattici e pubblicazioni, nella comunicazione con le personalizzazioni dolciarie, nell'area commerciale con la Selezione Chococlub, il progetto Chocoteca, fiere internazionali». Non a caso, obiettivo principe è trasformare la città nella capitale del cioccolato.
E non si tratta di politicizzare il cioccolato, assicura Ferrero, non fosse altro che, appunto, il cioccolato non è di destra né di sinistra. Trattasi solo di «mettere a servizio il nostro "saper fare con il cioccolato" per fare qualche cosa di buono per la nostra città, infatti non parliamo di partito, ma di movimento». «A prima vista potrebbe apparire una follia, una provocazione goliardica come già accaduto nel panorama della politica italiana - spiegano i promotori - ma invece, se si riflette, ci sono certezze, ci sono ideali, ci sono fatti storicamente provabili in anni di attività già realizzati ma soprattutto ci sono obbiettivi semplici, innovativi e fattibili.
Siamo gli unici che non si sono schierati con un candidato sindaco, avvertono orgogliosamente i promotori su Facebook. In attesa di scoprire se saranno loro oppure i partiti a fare una figura da cioccolatai...
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