Vi tenete nel partito Lorenzo Cesa, che confessò mazzette? La domanda arriva secca al leader dell’Udc verso il partito della nazione, ma Pierferdinando Casini non si scompone: "Non siamo giustizialisti, ci interessa l’atto giudiziario, punto e basta". Nessun problema Cesa. È il momento più concitato di una conferenza stampa convocata in consiglio regionale per marcare il territorio in Lombardia.
Casini difende a spada tratta il presidente della Regione, Roberto Formigoni, chiamato in causa nell’inchiesta sulla P3: "Mi sembra una persona molto seria, ho grande rispetto di lui, è uno che sa il fatto suo. Non credo che si affidi a certe persone o che si sia mai affidato a certe persone". Il sospetto che abbia fatto pressioni non lo convince neanche un po’.
Casini siede accanto a Savino Pezzotta, il candidato presidente che i vertici del partito hanno imposto come commissario regionale, provocando un terremoto tra i dirigenti storici dell’Udc, a partire dal defenestrato Luigi Baruffi. È nata così un’associazioni di dissidenti interni, "I liberi e forti verso il Ppe". Casini taglia corto: "Qualcuno ha sollevato polemiche che non avevano senso. In Lombardia abbiamo fatto come nel resto d’Italia, il nuovo partito sarà appunto una cosa nuova e chi viene dall’Udc non avrà più diritto di cittadinanza degli altri".
In sala l’assessore comunale Gianni Verga, che come l’ultimo giapponese siede nella giunta di palazzo Marino, con le sue deleghe alla Casa. Casini parla delle comunali 2011 che si avvicinano e non esclude un sostegno alla ricandidatura del sindaco, Letizia Moratti, ma rimanda tutto all’anno prossimo: "Non anticipiamo risposte, le scelte saranno prese dai vertici locali dopo i congressi, che si terranno entro fine anno o al massimo a gennaio. Non decideremo noi, non sarà una scelta verticistica. Deciderà la base".
A sorpresa critica il ministro Giulio Tremonti ("con la manovra fa da garante alle furberie della Lega") ma fa i complimenti a Roberto Maroni, proprio colui che nel Carroccio ha alzato forte la voce per bloccare qualsiasi ipotesi di alleanza con l’Udc, arrivando addirittura a minacciare il voto. A scatenare l’approvazione di Casini è l’operazione contro la ndrangheta: "Chapeau! Noi spesso polemizziamo con la Lega e la Lega polemizza con noi, questa volta però voglio fare i complimenti in particolare al ministro dell’Interno. Maroni sta lavorando efficacemente contro la criminalità organizzata, in questo caso mettiamo da parte le polemiche politiche. È chiaro che la criminalità organizzata è cambiata e che dobbiamo difenderci anche al Nord".
Naturalmente, a Milano non poteva mancare una dichiarazione sull’Expo. Casini si unisce al lungo elenco dei preoccupati per ciò che accadrà in vista dell’esposizione universale e parla di «paralisi» nella situazione della società: "Non vorremmo che Expo, da momento di riscatto l’Expo 2015 diventasse un’occasione persa per Milano, per la Lombardia e per l’Italia". Secondo il leader dell’Udc, l’aver conquistato l’Expo è uno dei principali titoli di merito di Letizia Moratti.
Per il resto, accanto alle carezze arrivano le critiche: "Come in ogni amministrazione c’è un chiaro e uno scuro, ci sono elementi positivi e altri meno".
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