Si è svolta lunedì scorso al Palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di premiazione degli Eni Award. Giunto quest'anno alla sua undicesima edizione, il premio conosciuto anche come il «Nobel dell'energia», è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell'energia e dell'ambiente e testimonia l'importanza che la ricerca scientifica e l'innovazione hanno per Eni. Dalla sua istituzione nel 2007 le candidature sono state più di 9mila e ben 28 premi Nobel sono stati coinvolti commissione scientifica, candidati e garanti. L'edizione 2018 ha registrato un numero di candidature superiore a 700. Eni Award si conferma un premio alle frontiere dell'innovazione, come testimonia anche il premio Nobel per la chimica che è stato assegnato alla professoressa Frances H. Arnold del Caltech premiata con l'Eni Award nel 2013.
«Questo importante premio è un riconoscimento al ruolo centrale che la ricerca scientifica ed il progresso tecnologico rivestono per la nostra azienda nel dare una risposta concreta alle sfide che oggi il settore energetico ci pone: soddisfare i fabbisogni energetici di una popolazione in crescita, riducendo al contempo le emissioni rilasciate in atmosfera per prevenire danni irreversibili all'ambiente», ha sottolineato nel suo discorso l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi ricordando che la popolazione mondiale nei prossimi due decenni è destinata a crescere di due miliardi di persone, prevalentemente in Africa e Asia, e con essa la domanda energetica globale, che aumenterà del 30% al 2040. Di fronte a queste importanti sfide, ha evidenziato l'ad, «la ricerca scientifica offre validi strumenti per mitigare i rischi operativi e ambientali e si configura come volano di una crescita sostenibile di lungo termine, non soltanto per la nostra azienda, ma anche per un futuro della società». Uno dei temi più urgenti è quello delle emissioni e, ha rimarcato Descalzi, «il settore energetico ha responsabilità importanti giacché rappresenta il 60% delle emissioni a livello mondiale: la ricerca scientifica ha avuto, ha e avrà un aspetto fondamentale nel ridurre il contributo delle emissioni e far fronte alle popolazioni in aumento». Per affrontare questo scenario, ha proseguito, «in Eni ci stiamo spingendo oltre nel nostro percorso di decarbonizzazione, investendo nello sviluppo di tecnologie che consentano di minimizzare l'impronta carbonica delle nostre attività, massimizzare l'efficienza energetica e, in un'ottica di economia circolare, ci permettano di valorizzare i materiali di scarto in energia o prodotti nuovi e rigenerare asset a fine vita».
La transizione verso un'economia circolare ha visto Eni investire 5 miliardi negli ultimi 5 anni. Ecco perché «è necessario continuare a puntare su ricerca e sviluppo in uno scenario ancora favorevole che presenta alcune criticità e incertezze», ha affermato il presidente di Eni, Emma Marcegaglia evidenziando che «in uno scenario complesso bisogna capire quali sono i driver di crescita: rimettere al centro gli investimenti e mantenere centrale la ricerca e lo sviluppo», ha osservato».
Eni «continua a guardare al futuro e lo fa essendo protagonista della transizione energetica: tutto ciò è possibile con forti investimenti in Ricerca e Sviluppo e le partnership con le università e i centri di ricerca». Le incertezze, ha spiegato Marcegaglia, sono rappresentate dalle politiche protezionistiche che stanno rallentando il commercio internazionale, il rallentamento della crescita nei Paesi emergenti con un impatto significativo sui paesi come Turchia e Argentina, le politiche espansive monetarie in esaurimento. L'Europa vive divisioni e l'Italia subisce le conseguenze di questo scenario e delle tensioni sui mercati, la crescita del Pil si è ridotta e si riduce anche l'export. Tuttavia, ha aggiunto il presidente Eni, «le imprese italiane possono recuperare competitività grazie alla capacità di innovazione e alla specializzazione in settori con grandi potenzialità di crescita come quelli dell'energia e dell'ambiente, cogliendo tutto lo spettro di opportunità che offre questo particolare contesto internazionale».
Da questo punto di vista, ha concluso, «Eni, attraverso l'Eni Award, può rappresentare il simbolo di un processo virtuoso che valorizza innovazione e progresso scientifico come motore di crescita sostenibile nel lungo termine, e lo fa guardando oltre i confini del nostro Paese e aprendo le porte al nuovo».
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