Facebook censura un utente pro-Israele: "Elogia organizzazioni pericolose"

L'uomo aveva pubblicato un cuore che avvolgeva la bandiera israeliana, ma il post è stato rimosso. Si potrebbe trattare di un errore dell'algoritmo

Facebook censura un utente pro-Israele: "Elogia organizzazioni pericolose"
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“Il tuo post viola i nostri standard della community in materia di persone e organizzazioni pericolose”. Con queste parole, l’utente Facebook Roberto Iossa ha ricevuto una notifica in cui gli si comunicava che il suo post ritraente un cuore avvolgente la bandiera israeliana contornata dal tricolore era stato rimosso. L'uomo aveva voluto dimostrare la sua solidarietà al popolo ebraico cercando, su internet, un'immagine che potesse esprimere la vicinanza dell'Italia dopo gli attentati orditi da Hamas. L'utente aveva fatto il suo post in data 8 ottobre, 24 ore dopo il primo raid lanciato dall'organizzazione terroristica palestinese, e la notifica di rimozione l'ha ricevuta sabato 14, praticamente una settimana dopo.

Il caso è stato riportato dal Corriere della Sera che si è preoccupato di contattare Meta - l'azienda responsabile per le piattaforme social Facebook e Instagram - per segnalare l’accaduto e poter parlare con un loro esperto. Ricostruendo le dinamiche della vicenda di Iossa, la testata ha avanzato qualche ipotesi in merito al perché il post sia stato rimosso dalla piattaforma. Dietro alla cancellazione del post, c’è motivo di credere che ci sia stato un errore dell'intelligenza artificiale la quale, mediante gli algoritmi, avrebbe il compito di vigilare sul tenore dei contenuti condivisi sui social network, a maggior ragione dopo l'approvazione del Digital Services Act, il regolamento dell'Unione europea in relazione ai contenuti illegali, alla pubblicità trasparente e alla disinformazione.

Riguardo al conflitto israelo-palestinese, la disinformazione sui social di Meta è aumentata a dismisura nell'ultima settimana e le autorità europee avrebbero chiesto massima attenzione per individuare e bloccare le notizie provenienti da fonti inattendibili. L'11 ottobre Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta, ha ricevuto una lettera da parte di Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato Interno, dove gli si ricordava degli obblighi sulla moderazione contenuti nel Digital Services Act per invitarlo non abbassare la guardia in merito all’informazione proveniente dal Medio Oriente.

Zuckerberg non si è voluto sottrarre alla richiesta europea e ha dichiarato che in tre giorni sono stati rimossi o segnalati più di 795mila contenuti in ebraico o arabo, ampliando temporaneamente la policy sull'incitamento alla violenza dando modo di cancellare contenuti dove gli ostaggi di Hamas sono visibili. Meta, tramite il suo blog, ha comunicato che, dopo gli atti terroristici di Hamas, i team di lavoro dei loro esperti hanno lavorato senza sosta per monitorare le piattaforme per far luce sugli importanti sviluppi sul campo. Senz’ombra di dubbio, i team di Meta hanno dovuto agire con celerità, imbattendosi anche in qualche errore come nel caso di Iossa.

L’utente ha fatto immediatamente ricorso per ritrovarsi il post pubblicato ma, dopo mezz’ora, ha ricevuto risposta: "Non

abbiamo ripristinato il tuo post". Iossa sarcasticamente ha commentato: "L’intelligenza artificiale si distingue per la sua cretinaggine reale. E se non è cretinaggine, allora è ancora più preoccupante".

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