I punti chiave
La recente vicenda di Google che si vede costretta a cancellare miliardi di dati di centinaia di milioni di utenti che navigavano in modalità cosiddetta in incognito, o anonima, sul browser Chroome con l'accusa di aver comunque raccolto i loro dati senza averli informati correttamente, accende i riflettori su questo aspetto poco conosciuto e magari sottovalutato.
Cosa succede davvero
Quando si naviga su Internet nemmeno la "modalità privata" mette al riparo al 100% dal tracciamento delle proprie arrività e questo non vale soltanto per il motore di ricerca di Google ma anche con tutti gli altri: con l'apertura di una finestra nella modalità sopra descritta, tecnicamente non lasciamo alcuna traccia se non nel nostro dispositivo (pc, smartphone o tablet che sia). Quando si dice "anonima", o "in incognito", significa essenzialmente che non ci sarà una cronologia delle ricerche che effettuiamo in Rete (i vari siti web, ad esempio). Lo stesso discorso vale per i coookie del sito, abilitati per salvare le informazioni di navigazione. La "comodità" è che, con la navigazione normale, si salvano automaticamente per essere riaperti facilmente mentre con l'anonimo ciò non accade.
In questo modo non verranno salvati nemmeno i dati per fare login sui social, cosa che accade con la navigazione in modalità non anonima: l'utilità di questo metodo può essere sfruttata soprattutto per non lasciare in memoria i dati di quando ci colleghiamo al sito di una banca, ad esempio, o quando navighiamo da un dispositivo che non è il nostro e non si vuole lasciare traccia di quanto abbiamo fatto.
Cosa viene registrato
L'anonimato della navigazione, ed è questo il "segreto di Pulcinella", vale esclusivamente per il dispositivo con il quale ci si collega a Internet che non salva nulla a livello locale ma tutto il resto è visibile. A cosa ci riferiamo? Sia all'azienda che ci fornisce la connessione, sia al provider ma anche il nostro indirizzo Ip rimarrà sempre e comunque tracciabile perché viene assegnato proprio dal provider che conserva un registro dei nostri movimenti in Rete. In pratica cambia pochissimo: l'attività anonima che attiviamo rimane comunque a vista, tracciata. In pratica, se è vero che il login su Facebook non rimane memorizzato, se andiamo a cercare un prodotto all'interno del social ce lo ritroveremo poco dopo come pubblicità alla faccia della navigazione nascosta. Gli esperti spiegano che, in ogni caso, rimane un'"impronta digitale" grazie alla quale si può risalire perfettamente alla nostra attività. Infine, la navigazione anonima non protegge in alcun modo da hacker, virus e pirati informatici.
Perché si utilizza
Il problema, da sempre, sta nel nome con cui viene chiamata ed è il motivo per cui Google sta adesso pagando a caro prezzo una informazione non proprio correttissima. Di anonimo non c'è proprio nulla a parte la cronologia locale che non viene registrata sul pc così come la mancanza di cookie che abbiamo detto all'inizio.
La comodità di questa sessione anonima di navigazione però c'è, esiste: se vogliamo acquistare dei biglietti aerei o prenotare una vacanza in hotel, potremo trovare prezzi più vantaggiosi perché non avviene il salvataggio dei famosi cookie con i quali l'azienda o la compagnia aerea "sanno" che abbiamo cercato qualcosa facendo lievitare i costi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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