No, non è più il “social dei balletti”. O quantomeno non vuole più esserlo, perché con 175 milioni di utenti mensili l’Europa vuole essere per TikTok l’area di sviluppo che dimostri il suo impegno per migliorare la piattaforma e trasparenza per chi la frequenta. Particolari che diventino la carta di identità di un servizio sempre più in espansione. Insomma: nella battaglia tra Cina e Usa (che vuole la vendita) ci siamo noi, e per questo a Dublino recentemente è stato inaugurato il Transparency and Accountability Centre, dov’è possibile conoscere tutti i segreti del social network più in voga al momento. E la sfida è di quelle importanti: investire risorse per accrescere la fiducia.
Così, per cominciare, TikTok ha avviato nuove politiche per proteggere i suoi utenti più giovani. Per i minorenni, ad esempio, la piattaforma ha introdotto notifiche che ricordano di fare una pausa dopo un’ora di utilizzo, mentre - dall’altro canto - i genitori possono impostare limiti di tempo e controlli parentali. Tra le novità imminenti, ci sono poi misure contro i filtri che alterano in modo eccessivo le caratteristiche fisiche, come il discusso “Bold Glamour”, per prevenire impatti negativi sulla percezione di sé. TikTok collabora anche con organizzazioni come Internet Matters per approfondire gli effetti dell’uso dei social sulla psiche degli adolescenti e sta anche potenziando le funzionalità di helpline per offrire supporto diretto a chi cerca contenuti legati a tematiche delicate, come l’autolesionismo. Grazie a collaborazioni con ONG locali, gli utenti ricevono assistenza immediata e in futuro il servizio verrà esteso anche a chi segnala contenuti preoccupanti.
Un altro dei temi più rilevanti è che i tentativi di non far iscrivere ragazzi sotto i 13 anni sono per lo più falliti, anche se TikTok elimina mensilmente circa 6 milioni di account di minorenni identificati attraverso un sistema automatizzato che analizza parole chiave e segnalazioni. Per garantire un ambiente sicuro, il social adotta un sistema di moderazione misto, combinando tecnologie automatizzate (80%) e un team di 6.000 moderatori in Europa (20%): circa il 70% dei contenuti in violazione viene rimosso prima di essere visualizzato. Nel primo trimestre del 2024, la piattaforma ha cancellato 26 milioni di video tra UE e Regno Unito, ma c’è ancora molto da fare. Poi c’è la gestione dei dati degli utenti, soprattutto in Europa dove vige il Gdpr, da parte della proprietà della cinese ByteDance. Proprio la questione che negli Stati Uniti sta portando all’inibizione della piattaforma se non cambierà proprietario. Per questo è stato annunciato il progetto Clover, che prevede investimenti per 12 miliardi di euro in dieci anni con la costruzione di data center in Irlanda e Norvegia.
Tuttavia, i ritardi logistici hanno portato all’adozione di una “enclave virtuale”, dove i dati europei vengono conservati sotto la supervisione di NCC Group, un ente indipendente che garantisce il rispetto della privacy e delle normative locali: «Siamo consapevoli delle nostre responsabilità e speriamo che i nostri sforzi possano dimostrarlo» dicono i responsabili dell’azienda. Nel mondo ci sono più di un miliardo e mezzo di utenti che li meritano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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