Lo sviluppo di fonti alternative al petrolio e limpegno sul versante delle energie rinnovabili costituiscono altrettanti punti chiave nelle strategie dei Paesi europei, chiamati dallUe a ridurre le emissioni di Co2 e a migliorare lefficienza energetica. A livello mondiale la percentuale dellenergia tratta da fonti rinnovabili si attesta al 13% del totale, e tale quota è rimasta pressoché invariata rispetto allo scorso anno. Secondo Greenpeace entro il 2050 quasi i tre quarti del fabbisogno di elettricità potrebbe essere soddisfatto da idroelettrico, eolico e solare, mentre il contributo delle biomasse, dei collettori solari e del geotermico potrebbe giungere al 65% delle forniture di calore. Ma è necessaria una sorta di rivoluzione energetica. Se nel caso del fotovoltaico, come sostiene anche lUnione petrolifera, la ricerca di nuovi materiali e il miglioramento dei processi produttivi potrebbe renderne competitiva l'applicazione entro la fine del decennio, altre tecnologie, come quella eolica, sono già convenienti in considerazione degli odierni prezzi del greggio. LItalia è al quarto posto in Europa, con 2.123 Mw prodotti da eolico (dati Enea di fine 2006), dietro a Germania (20,6 Gw), Spagna (11,6 Gw) e Danimarca (3,13 Gw), ma le potenzialità del nostro Paese sono considerate ben più elevate.
Peraltro, lItalia ha preso con lUe limpegno di portare a 15 Gw la propria potenza eolica entro il 2020. I luoghi più indicati per gli aerogeneratori (le turbine a pale poste sulle caratteristiche torri bianche) corrispondono alle regioni costiere più battute dal vento, come il Molise, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna, accanto ai versanti appenninici.
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